Virus, boom di false notizie
Danni sociali

Le false notizie (ormai più note con l’inglesismo di fake news) sono in continua crescita e nel tempo del Covid hanno subìto un incremento spropositato: più 436%. Lo si evince dal bilancio annuale nazionale della Polizia postale e delle comunicazioni: dalle 21 segnalazioni arrivate nel 2019 alle 136 nel 2020. I numeri assoluti possono sembrare bassi ma in realtà quando si arriva a segnalare un fatto di disinformazione alle autorità (non solo alla Polizia postale) significa che si è raggiunto un livello di gravità alto con danni sociali e di reputazione alla vita delle vittime.

Va fatta però chiarezza sul significato di «fake news»: non è una generica notizia falsa o imprecisa, ma deve essere congegnata e resa pubblica con il deliberato intento di disinformare o di creare scandalo. Ci deve essere cioè la volontarietà di generare un danno: il caso classico è quello delle campagne elettorali, quando nei social - i principali mezzi di propalazione delle «bufale» - circolano grandi quantità di fango sui candidati. Ci sono persone pagate per queste prestazioni diffamatorie: il fenomeno è molto diffuso negli Stati Uniti, dove ha avuto inizio e poi come spesso capita si è diffuso anche in Europa.

Di recente ha generato giustamente grande indignazione il caso di Eleonora Leoncini, consigliera comunale della Lega a San Casciano, in Toscana: durante un intervento in una seduta consigliare online, riferendosi alle immagini della primavera scorsa, ha dichiarato che «il discorso dei camion militari di Bergamo è una fake news, che è stata svelata. Erano foto scattate nel passato». I parenti dei morti di Covid, le cui bare erano su quei camion, hanno subìto un gravissimo insulto, così come la città. Un aspetto inquietante di questa vicenda è che la consigliera (querelata da Palazzo Frizzoni) creda vero un abominio del genere al punto di dire anche che quella che considera una «fake» sia stata svelata, come se vivesse in un mondo parallelo fuori dalla realtà, che si nutre di informazioni a tal punto false e lesive da essere moralmente inaccettabili. Foto scattate nel passato: e in quale passato, di grazia?

Il boom di fake news al tempo del Covid è generato da chi appartiene alla galassia negazionista o riduzionista del virus, per cui gli 1,8 milioni di vittime nel mondo non sarebbero morte di coronavirus ma per patologie pregresse. È capitato di leggere sui social notizie lesive non solo verso il governo per i suoi provvedimenti ma soprattutto contro immunologi, infettivologi e virologi, rei di diffondere notizie allarmistiche per un proprio tornaconto, inventando di sana pianta inciampi professionali mai avvenuti.

Non mancano in questi giorni poi proclama aggressivi diretti alle industrie farmaceutiche che hanno prodotto il vaccino contro il Covid, ritenute responsabili di un futuro arricchimento che chiuderebbe il cerchio su una diffusione del virus la cui origine avrebbe molti lati oscuri. È una visione del mondo paranoica e ossessiva, che crede in una società governata unicamente da gruppi di potere malefici e dediti all’arricchimento personale, ma senza mai entrare nel dettaglio e portare prove di tali tesi ardite e menzognere. Nel mirino finiscono anche i giornali e i giornalisti, considerati asserviti all’establishment e generatori di terrorismo psicologico per favorire poi le restrizioni delle libertà dei cittadini. Ma i vecchi media di carta sono sottoposti a leggi per cui hanno l’obbligo di smentire eventuali falsità pubblicate e di rettificare le imprecisioni. I social no, perché non sono aziende editoriali.

Daniele Egidi, 54 anni, di Fano, tecnico informatico in tribunale, negazionista molto attivo sui social, si è ammalato di Covid. Durante la dolorosa esperienza in ospedale ha dichiarato a un quotidiano locale: «Non avevo capito, rifiutavo inconsciamente l’idea che la pandemia fosse grave, minimizzavo culturalmente l’emergenza sanitaria. Qui mi sono reso conto di esser stato per circa un anno fuori dalla realtà. Forse è brutto dirlo ma bisogna passarci. Ora vedo che le corsie stracolme sono vere, che medici e altro personale fanno l’impossibile per salvare le persone, e io che pensavo a una messinscena del potere. Le parole negazioniste, comprese le mie, hanno fatto danni, hanno messo a rischio vite, e non me rendevo conto». La realtà alla fine è più forte di ogni pensiero mendace.

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