I cani sporcano? Linea dura in provincia
E c’è chi addirittura analizza il dna

I cani sporcano e i padroni non puliscono? I Comuni multano. Nel giro di pochi giorni in provincia di Bergamo due sindaci hanno deciso di sposare la linea dura contro i «ricordini» dei cani non raccolti dai padroni.

Andrea Previtali, sindaco di Cisano, ha pizzicato una donna sprovvista di sacchetto apposito per evitare di lasciare il marciapiede sporco: lui stesso ha chiamato gli agenti della Polizia locale che hanno poi sanzionato la donna. A Torre Boldone invece il sindaco Claudio Sessa invece ha firmato un’ordinanza che prevede multe fino a 720 euro. Non solo, in arrivo con il documento ci saranno nuovi metodi di rilevazione di chi infrange il regolamento comunale. Nella battaglia ai proprietari che non provvedono a raccogliere le deiezioni del proprio cane svolgeranno un ruolo di monitoraggio importante i Vot, volontari osservatori del territorio. Nel testo dell’ordinanza, il sindaco li incarica ufficialmente «alla fattiva collaborazione col servizio di polizia locale per quanto concerne la vigilanza e la segnalazione di eventuali comportamenti irregolari da parte dei conduttori di cani».

Ma c’è chi ha deciso di ricorrere perfino al Dna. A Malnate, in provincia di Varese, gli agenti della Polizia locale utilizzano due lettori di microchip forniti dal servizio veterinario per effettuare il test del dna su tutti i cani del paese. A quel punto l’operatore ecologico impegnato nella pulizia della strada potrà effettuare il “campionamento della deizione abbandonata”, inviarla al laboratorio, risalire all’animale e di conseguenza al proprietario. Il metodo da far invidia perfino alla serie televisiva Csi.

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