Omicidio di Giovanna Del Gaudio
Assolto il marito Antonio Tizzani

«Uno che non ha fatto niente che cosa si deve aspettare? Ora passerò il Natale con figli e nipoti».

La Corte d’Assise di Bergamo ha deciso di assolvere Antonio Tizzani, marito e unico indagato, nel processo per l’uccisione della moglie Giovanna Del Gaudio avvenuta in una villetta di Seriate tra il 26 e il 27 agosto del 2016. Tizzani era accusato di omicidio e maltrattamenti. L’assoluzione è in formula piena: per non aver commesso il fatto nel caso dell’accusa di omicidio e perché il fatto non sussiste per quanto riguarda i maltrattamenti.

La sentenza è arrivata alle 14 di mercoledì 23 dicembre nel tribunale di Bergamo. Tizzani era presente in aula e ha ascoltato il verdetto del giudice.

Le motivazioni dettagliate della sentenza verranno rese note entro i prossimi 90 giorni. Resta, dunque, senza un colpevole l’omicidio della 63enne di Seriate, per cui il marito si era sempre dichiarato innocente.

Il momento della proclamazione della sentenza.

Ecco le prime parole di Tizzani dopo la sentenza di assoluzione.

«Sono soddisfatto che non mi è successo niente». Sono state le prime parole di Antonio Tizzani a commento della sentenza di assoluzione. «L’assassino di mia moglie è ancora in giro, certo». Alla domanda se fosse una sentenza che si aspettava Tizzani ha risposto: «Ma uno che non ha fatto niente che cosa si deve aspettare?».

La difesa aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato sia per l’omicidio sia per i maltrattamenti. L’ex ferroviere, 72 anni, è difeso dall’avvocato Giovanna Agnelli che davanti alla Corte presieduta dal giudice Giovanni Petillo aveva sostenuto la sua innocenza sulla base di tre punti chiave.

In primis ha ricordato gli esiti delle consulenze dei medici legali secondo le quali, con quelle modalità di uccisione, l’assassino non poteva non essere imbrattato di sangue. D’altro canto però non sono state riscontrate tracce di sangue sugli indumenti, l’orologio, l’anello indossati da Tizzani. La Difesa ritiene innocente l’ex ferroviere anche perché le urla che i vicini avrebbero attribuito a una lite con la moglie in realtà sarebbero quelle del ritrovamento da parte di Tizzani del corpo senza vita della moglie. Infine l’avvocato Agnelli è tornata a ribadire che la presenza del Dna sull’arma del delitto può essere dovuta a un caso di contaminazione tra i reperti salivari di Tizzani presenti in laboratorio e il cutter, oppure tracce di Dna di Tizzani potrebbero essere state presenti nel sacchetto di mozzarella in cui è stata posta l’arma del delitto.

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