Prof uccisa, i carabinieri nell’abitazione
Gli inquirenti cercano la svolta del caso

I carabinieri di Bergamo sono tornati di nuovo, martedì mattina, nella villetta a schiera di Seriate dove, la notte del 26 agosto scorso, venne uccisa l’ex professoressa Gianna Del Gaudio, 63 anni. I militari hanno perquisito, su delega della procura, l’intera abitazione.

La casa è sotto sequestro dal momento del delitto: martedì i militari avevano effettuato un’analoga operazione nella vicina villetta a schiera dove abita con la famiglia Paolo Tizzani, figlio di Gianna e di Antonio Tizzani, l’unico indagato (ma a piede libero) nell’inchiesta. Tizzani, ex ferroviere di 68 anni, si è trasferito proprio a casa del figlio. Proprio nella casa del figlio, nella giornata di lunedì, i carabinieri avrebbero trovato elementi ritenuti «interessanti» ai fini dell’inchiesta e alla ricostruzione del delitto: sui dettagli, però, vige il massimo riserbo. Nella stessa abitazione i carabinieri, in una precedente perquisizione, avevano rinvenuto un coltello a serramanico con una lama di poco più di dieci centimetri, che sarebbe compatibile con la ferita alla gola che ha tolto la vita all’ex insegnante dell’istituto superiore Rubini di Romano di Lombardia.

Il coltello era in un marsupio ed era nella disponibilità di Tizzani: i carabinieri avevano già sequestrato il marsupio, ma all’interno non c’era alcun coltello. Una certezza sull’arma da taglio si avrà nei prossimi giorni: il coltello sequestrato a Tizzani sarà analizzato per la prima volta nei laboratori dei carabineri del Reparto investigazioni scientifiche dell’Arma, i Ris di Parma.

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L’ultima perquisizione nella casa del delitto risale a una settimana fa. I carabinieri stanno hanno sequestrato regali che la professoressa aveva portato dalle vacanze ad Avellino oltre a biglietti, appunti e promemoria, due cellulari, un tablet e un computer portatile. La perquisizione era incentrata sui regali, una decina di profumi di varie marche.

Due li aveva già consegnati, la sera del delitto, al figlio Mario e alla compagna Alessandra che aveva invitato a cena. Gli altri erano destinati al figlio minore Paolo, alla moglie Elena e ad altri familiari. Regali che però, dopo il delitto, sono rimasti nella villetta sigillata di via Madonna delle Nevi. I militari stanno verificando la corrispondenza tra gli oggetti acquistati e i parenti a cui erano destinati.

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Gianna li aveva acquistati con il suo bancomat in un negozio della città, accompagnata dal marito Antonio Tizzani. Ma perchè interessano tanto ai carabinieri? Perchè potrebbe emergere che uno di questi regali non era destinato a un parente ma a una persona estranea alla famiglia. Motivo che avrebbe potuto scatenare la gelosia di Tizzani – unico indagato – tanto da provocarne la reazione violenta.

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