The voice

di Giorgio Gandola
Ha ringraziato con una preghiera. Cos’altro poteva fare suor Cristina , congedandosi dal pubblico dopo aver vinto «The voice», il talent di Raidue? Anzi, ha ringraziato con La preghiera, quel Padre nostro delicato e potente che regala al mondo le coordinate della fede.

Ha ringraziato con una preghiera. Cos’altro poteva fare suor Cristina , congedandosi dal pubblico dopo aver vinto «The voice», il talent di Raidue? Anzi, ha ringraziato con La preghiera, quel Padre nostro delicato e potente che regala al mondo le coordinate della fede.

Ci sono campioni di ciclismo che arrivano in fondo alla tappa del Tourmalet e si fanno il segno della croce, ci sono calciatori che dedicano il gol della vittoria a chi non c’è più. E noi stessi ci siamo commossi nell’osservare Antonio Rossi sfinito nel bacino olimpico di Sydney, mentre piangeva e baciava il cielo regalando idealmente quel trionfo supremo al papà che da qualche mese lo proteggeva da lassù. Tutto così naturale, tutto così spontaneo.

La preghiera di suor Cristina ha invece scatenato i livori repressi di quel cortile di ricreazione della mente che sa diventare il web. Critiche al programma, al regista, al Vaticano, sospetti che «la Rai l’abbia fatta vincere per compiacere i preti» e via col tango delle insinuazioni gratuitamente anticlericali. Suor Cristina Scuccia ha una voce straordinaria, sa interpretare i brani più difficili con una naturalezza disarmante, i suoi video hanno superato i 50 milioni di clic su Youtube. Lei culla un sogno: incidere un disco per dare una mano a costruire un ospedale o un orfanotrofio in Brasile. Quando lo ha saputo, la rockstar Alicia Keys ha annunciato che volentieri regalerà una sua canzone per il nobile intento. Tutto questo per dire che non è mai difficile riconoscere chi canta col cuore da chi ragiona con la pancia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA