Tiri liberi sulla Comark
Bilancio sin qui in rosso

Comark sconfitta dal Piacenza per i troppi tiri liberi sbagliati? Non si tratta di questo. Il team trevigliese ha messo a nudo le carenze dell'organico più volte annunciate.

Comark sconfitta domenica scorsa dal Piacenza, come qualcuno sostiene, per i troppi tiri liberi sbagliati? Non scendiamo tanto in basso perché se così fosse non ci sarebbe di che preoccuparsi nel prosieguo del campionato.
Invece, complici le importanti assenze di Reati e Vitale, il team trevigliese ha messo a nudo le carenze dell'organico più volte annunciate anche da questi spazi. Per prima cosa ripetiamo che i giocatori sui quali si può fare cieco affidamento non sono che gli esperti De Min, Marino, Reati, Vitale e ad essere generosi Zanella. Troppo pochi considerando che i rimanenti (Milani, Marulli, Borra, Planezio e Gotti) sono under, talentuosi sin che si vuole. Fin qui i deficitari numeri del roster tornati, ahinoi, alla ribalta a causa dei primi infortuni del torneo da ritenere per qualsiasi squadra sempre possibili.

Ma c'è ben altro se dalle cifre passiamo a riesaminare la rosa. Confortati da addetti ai lavori che vanno per la maggiore emerge una lacuna su tutte: quella della mancanza del pivottone vero e proprio. Scusateci se ricordiamo da tempo che i due lunghi titolari, Borra e Zanella non sono sufficienti: il ventenne ex Fortitudo Bologna stenta più del dovuto a maturare; il rendimento del secondo è puntualmente discreto a patto che venga impiegato a partita in corso. Vista, poi, la difficoltà di integrarsi a dovere di Borra c' è chi, a maggior ragione, auspica un ritorno sul mercato da parte della società.

La dirigenza, però, non dà segnali in tal senso tanto che lo stesso coach Simone Lottici schiera costantemente al via di ogni match il citato Borra. Intanto il bilancio, quanto a risultati, non è da salti di gioia. Nei sei turni disputati la Comark ha centrato tre vittorie (di cui una a tavolino) e altrettante sconfitte. Ne consegue che l'attuale graduatoria la escluderebbe dalla permanenza automatica nella costituenda terza divisione del basket nazionale. Si tratterebbe di una retrocessione vera e propria dopo le diciassette stagioni sportive di militanza in B d'eccellenza poi denominata serie A dilettanti. A buon intenditor poche parole….

Arturo Zambaldo 

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