Atalanta Doni-dipendente?
L'importante è il balzo in classifica

Si doveva vincere a tutti i costi a Trieste e si è vinto. Qualcuno, magari, auspicava la goleada tenendo conto dell'obiettiva inferiorità di avversari che navigano nei bassifondi della graduatoria. Ma non si era tenuto conto che gli stessi contendenti, affamati di punti, si sarebbero arroccati sin dall'inizio nella propria metà campo con l'unico intento di non lasciarci giocare. Sicchè nel primo tempo i nerazzurri hanno incontrato diverse difficoltà nel costruire le azioni e a maggior ragione a finalizzare le poche occasioni da gol.

Nella ripresa, invece, si è assistito ad un'autentica metamorfosi in positivo. Non a caso rievocando il film della gara nella ripresa gli atalantini avrebbero, quanto a gol, potuto recuperare il digiuno della frazione precedente. E sarebbe risultato davvero ingeneroso se ad una decina di minuti dal termine, l'Atalanta non avesse sbloccato le sorti della partita.
E guarda caso a far si che l'undici di Stefano Colantuono tornasse a Bergamo con la preziosa intera posta in palio è stata la zampata di Doni (con la complicità di Ardemagni) subentrato a Bonaventura.

Per l'ennesima circostanza, dunque, un'Atalanta Doni-dipendente? Sembra di sì. Dopo il 4-1 rifilato la settimana precedente al Padova si chiedeva alla squadra continuità. L'Atalanta ha risposto in modo positivo e con le due vittorie in rapida successione ecco l'ulteriore balzo in classifica. Adesso, quanto meno, apparteniamo alla zona del salto di qualità automatico. Ci trovate eccessivamente ottimisti?

Arturo Zambaldo

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