Matteo Carrara in gara in Spagna:
il Giro d'Italia obiettivo del 2011

L'attesa è terminata. Il 2011 di Matteo Carrara, è ormai alle porte. Il ciclista bergamasco di Fiobbio di Albino, in forza all'olandese Vacansoleil, torna in gara in Spagna, nella Vuelta Andalucia-Ruta Ciclista Del Sol, in programma dal 20 al 24 febbraio.

L'attesa è terminata. Il 2011 di Matteo Carrara, è ormai alle porte. Il ciclista bergamasco di Fiobbio di Albino, in forza all'olandese Vacansoleil, torna in gara in Spagna, nella Vuelta Andalucia-Ruta Ciclista Del Sol, in programma dal 20 al 24 febbraio.

«L'obiettivo principale della mia stagione sarà il Giro d'Italia - ha affermato con convinzione l'atleta seriano -. Ho deciso di iniziare tardi le corse, dato che la mia stagione comprenderà anche il Giro di Svizzera e il Tour de France, oltre che Parigi-Nizza, Almeria, Catalunya e forse Milano- Sanremo. Vengo da 22 giorni di allenamenti in Colombia, durante i quali ho potuto allenarmi in altura e con un clima più adatto a me. L'obiettivo sarà quello di arrivare alla corsa rosa al massimo della forma».

Carrara era fino a pochi giorni fa compagno di squadra di Riccardo Riccò, invischiato in un'altra bruttissima storia di doping, dopo il precedente caso del 2008. Lo stop e il seguente licenziamento del corridore emiliano da parte della squadra olandese ha aperto nuovi orizzonti al ragazzo bergamasco.

«Avevamo investito tanto in lui. Gli avevamo dato fiducia dopo il precedente caso, come successo a tanti atleti. Eravamo convinti che avesse lasciato il problema alle spalle. Ora per me cambia molto, dato che ero il suo gregario fidato. Da seconda scelta divento la prima punta della squadra, ma tutto dipenderà dal mio stato di forma».

Per il corridore bergamasco infatti il lavoro svolto in Colombia potrebbe essere decisivo per il resto della stagione: un'esperienza nuova, emozionante e importante dal punto di vista atletico. «Mi sono allenato insieme ai professionisti Rigoberto Uran, il più forte ciclista colombiano, e Ardila Cano. Mi sono trovato bene, la Colombia non è quella che viene solitamente descritta, ci sono alcuni posti pericolosi, ma generalizzare è sbagliato».

«In Europa non esiste un posto simile, dove è possibile allenarsi con una temperatura dai 20° ai 25°, dai 2100 ai 2800 metri. Sono tornato dimagrito e mi sento già in ottima condizione. Dopo le prime gare vedrò come sto e se tutto procederà per il verso giusto, prima delle gare che anticipano il Giro, come la Liegi e il Romandia, ci tornerò».

«Se starò bene come al Giro del Lussemburgo del 2010 (vittoria finale, sul podio salirono anche Frank Schleck e Armstrong, ndr) e non avrò episodi sfortunati, potrò davvero dire la mia. Contando che manco da qualche anno al Giro, cercherò di difendermi bene, vincere una tappa ed essere protagonista in montagna».

La tappa per eccellenza sarà senza ombra di dubbio quella bergamasca, con arrivo a San Pellegrino. «Cercherò di dare spettacolo sulla salita di Ganda - afferma un grintoso Carrara -. Ci saranno tanti amici e tifosi, tirerò fuori il meglio di me, poi l'esperienza non mi manca. Avrò a disposizione i miei uomini di fiducia come Lagutin, Ongarato, Marcato, e altri corridori interessanti pronti a darmi una mano. Ci proverò, ho una grande rabbia dentro e ho voglia di dimostrare che è arrivato il momento del grande salto».

Parla di rabbia il corridore bergamasco, quella che si tiene dentro e che sarà pronto a scaricare pedalando verso successi importanti e quella che invece esprime quando parla della considerazione nei confronti del suo sport. «Alla nostra disciplina viene dato poco spazio - conclude Carrara -. Ci sentiamo un po' messi da parte, anche a livello provinciale».

«La Bergamo ciclistica ha numeri importanti e squadre storiche che portano avanti la nostra disciplina facendo sforzi notevoli. Gli ultimi casi di doping hanno fatto venir fuori ancora una volta il brutto del nostro sport: gli sponsor in questi casi scappano e poi diventa difficile per tutto il movimento. Rimaniamo lo sport più controllato, dato che dobbiamo essere reperibili a tutte le ore. Se gli altri sport avessero una simile procedura antidoping molti atleti avrebbero dei problemi».

Simone Masper

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