Le perquisizioni ai ciclisti bergamaschi
Caccia: «Deluso, ma al Giro ci sarò»

Dopo poco più di 48 ore dalla perquisizione dei Nas di Brescia nelle abitazioni dei professionisti bergamaschi Diego Caccia e Morris Possoni il caso inizia a chiarirsi, soprattutto riguardo a cosa sia stato effettivamente trovato nelle abitazioni dei ciclisti.

Dopo poco più di 48 ore dalla perquisizione dei Nas di Brescia nelle abitazioni dei professionisti bergamaschi Diego Caccia e Morris Possoni il caso inizia a chiarirsi, soprattutto riguardo a cosa sia stato effettivamente trovato nelle abitazioni dei ciclisti e su cosa gli investigatori stiano indagando.

Il corridore della Farnesi Neri Diego Caccia, raggiunto telefonicamente, ha voluto dire la sua circa la visita subìta dai Nas di Brescia nella mattinata di giovedì 21 aprile nella propria abitazione. “Si sono presentati in mattinata e hanno voluto sapere prima di tutto se avessi conti all'estero – ha affermato il corridore di Locate di Ponte San Pietro – Quindi mi hanno sequestrato telefono e carta sim, personal computer, agende e il contratto che poi mi hanno restituito. Sinceramente non so nulla e non ho mai conosciuto il signor Ferrai: mi difenderò in ogni sede, se necessario, insieme al mio avvocato. Sono indagato e mi chiedo perché siano andati a cercare me, il mio capitano Visconti e Possoni”.

Il riassunto della puntata precedente. La procura di Padova, guidata dal pm Benedetto Roberti, sta proseguendo l'indagine internazionale che ruota attorno a Lance Armstrong e al suo storico preparatore Michele Ferrari. Il dottore ferrarese risulta inibito dal 2002 e ciò significa che a nessun tesserato Uci, quindi anche ai corridori professionisti, è concesso avere contatti, anche solo telefonici, con Ferrari, il cui nome è legato al doping già da parecchi anni.

L'indagine internazionale, nata a Lione nel 2010 dopo il Tour de France, ha dato dei risultati stupefacenti, partendo dalla lotta al doping e arrivando a scoprire l'esistenza di interessi economici ben più grandi. Si parla di grosse cifre di denaro che negli ultimi anni sono finite sui conti correnti svizzeri di Ferrari. Le recenti perquisizioni a carico di professionisti, tra i quali anche personaggi illustri come Scarponi, Bertagnolli, i russi Kolobnev, Petrov, Ignatiev, Karpets, Gusev, oltre a Caccia, Possoni, Visconti, hanno avuto il loro comune denominatore nella confisca di materiale “burocratico”, a quanto pare non di sostanze proibite.

Gli investigatori stanno quindi stringendo la rete per cercare di capire se i corridori in questione avessero o meno rapporti con Ferrari, studiando anche i movimenti bancari degli stessi professionisti. Nel caso in cui un corridore sia in contatto con il medico ferrarese rischia un deferimento alla Procura Antidoping, con una squalifica da 3 a 6 mesi. La rete è stata gettata, e viste le numerose perquisizioni avvenute negli ultimi giorni, la stessa sorte potrebbe toccare a tanti altri protagonisti del mondo delle due ruote, a poche settimane dal via del Giro d'Italia. La cosa che ogni anno stupisce sempre più gli appassionati di ciclismo è la tempistica scelta dagli investigatori per intervenire con azioni drastiche nei periodi vicini alle grandi manifestazioni, se non durante le grandi corse a tappe, rischiando di compromettere sempre più l'immagine di uno sport già in difficoltà, proprio nel momento in cui i media nazionali puntano la loro attenzione sul mondo delle due ruote.

Sabato 7 maggio partirà da Torino il Giro d'Italia, legato quest'anno ai festeggiamenti per il 150° dell'Unità d'Italia. “Ci sono rimasto, male ma non m'interessa e vado avanti per la mia strada - continua Caccia - Sono appena tornato dalla Colombia, dove ho passato un periodo in altura per affinare la mia condizione in vista della corsa rosa. Il 30 aprile sarò in gara a Larciano. Il Giro d'Italia l'ho sempre considerato uno dei miei obiettivi stagionali e non vedo perché dovrei tirarmi indietro ora. Ci andrò per aiutare il mio capitano Giovanni Visconti, che ha subito lo stesso trattamento”. Tornando all'ambito prettamente sportivo, il trentenne bergamasco partirà da Torino con il dente avvelenato: state pur certi che davanti al gruppo lo troveremo a pilotare il suo compagno Visconti e nelle giornate di libertà punterà a togliersi la prima gioia da professionista. Spostandoci di qualche chilometro, da Locate di Ponte San Pietro a Barzana, Morris Possoni ha subito il medesimo trattamento, e anche lui è stato iscritto nel registro degli indagati. Il ciclista dell'inglese Sky, migliore degli italiani al Giro del Mediterraneo 2011 (5° in classifica generale), in attesa di ulteriori novità, non potrà far altro che dimostrare la propria estraneità ai fatti strada facendo: il Giro 2011 è l'occasione per lo scalatore classe 1984 di dimostrare al mondo professionistico tutto il suo valore, per togliersi quel nome di eterna promessa che da qualche annetto lo accompagna.

Simone Masper

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