Il legale di Doni: «Esposti i fatti
Dimostrano la sua estraneità»

Cristiano Doni, attraverso il suo legale, Salvatore Pino, fa sapere di essere «soddisfatto dell'incontro svoltosi oggi presso la Procura Federale, in occasione del quale ha potuto esporre i fatti che fondano la sua estraneità alle vicende oggetto di indagine».

Cristiano Doni, attraverso il suo legale, Salvatore Pino, fa sapere di essere «soddisfatto dell'incontro svoltosi oggi presso la Procura Federale, in occasione del quale ha potuto esporre i fatti che fondano la sua estraneità alle vicende oggetto di indagine».

«Nella circostanza - spiega il legale in una nota - Doni non ha mancato di manifestare il proprio rammarico per essere stato ingiustamente accostato ad illeciti sportivi». Il calciatore ribadisce di avere già presentato diverse querele nei confronti «di alcuni quotidiani sportivi, avendo deciso di tutelare la propria reputazione, anche per il futuro, con tutti gli strumenti a sua disposizione».

Stamattina  si era concluso presto l'interrogatorio di Cristiano Doni alla procura federale della Federcalcio a Roma, in via Po, nei pressi di Villa Borghese. Il giocatore si era presentato alle 10 in punto con il suo avvocato Salvatore Pino ed era uscito alle 11,40 senza dir nulla ai giornalisti. Era su una Mercedes nera con i vetri oscurati, la stessa auto con la quale era arrivato in mattinata per chiarire la sua posizione in merito alla bufera del calcioscommese che l'ha coinvolto.

Doni, camicia bianca e jeans, non aveva rilasciato nessuna dichiarazione nemmeno prima di essere sentito dai procuratori federali. Era stato però preannunciato un comunicato stampa che avrebbe chiarito la posizione del giocatore. Comunicato arrivato alle 16,30.
                                        
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L'ATTESA PER L'INTERROGATORIO
Finalmente. Dopo fiumi di parole (degli altri indagati) e rinvii, venerdì 15 luglio è il giorno di Cristiano Doni. Il capitano dell'Atalanta potrà finalmente dire la sua sul coinvolgimento nell'inchiesta cremonese sul calcioscommesse.

È la prima volta che viene interrogato: l'avvocato di Doni, Salvatore Pino, aveva chiesto da tempo un incontro con il procuratore capo di Cremona, Roberto di Martino, che però ha rinviato il capitano a settembre insieme al preparatore dei portieri del Ravenna, Nicola Santoni, e al giocatore del Piacenza Carlo Gervasoni.

La giustizia ordinaria non ha nessuna fretta di ascoltarlo perché il pm è in attesa dell'esito di alcuni accertamenti (su telefonini, iPhone, tabulati, conti correnti) che potrebbero fornire un quadro più completo della vicenda. Così, per sentire Doni, si è dovuti arrivare fino al 15 luglio: inizialmente programmato per l'8 luglio, insieme a quelli di Santoni e Gervasoni, l'interrogatorio è slittato per impegni dell'avvocato.

Oggi a Roma si apre il fronte che deciderà il futuro di Doni e dell'Atalanta. Il procuratore della Figc Stefano Palazzi ha ricevuto da Cremona tutte le carte, ma potrebbero esserci altri elementi - degli «assi nella manica» - che non sono stati resi noti: pare infatti che una parte degli accertamenti sui tabulati telefonici sia già terminata.

A cosa dovrà rispondere Doni? I problemi maggiori arrivano da Atalanta-Piacenza 3-0 del 19 marzo. Parlato ha detto a Cremona, e confermato ai procuratori federali martedì, di avere incontrato Santoni la sera stessa della partita e di avere ricevuto da lui 40 mila euro per conto dell'Atalanta.

In un sms tra i due si fa riferimento al saluto di conferma dell'accordo che avrebbe dovuto esserci in campo tra «Cris e Ger», per gli inquirenti Doni e Gervasoni. Parlato ha tirato in ballo anche la società Atalanta, che sarebbe stata disposta a comprare le partite per ottenere la promozione in serie A.

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