Ferri: «Partito non il piede giusto
e non temo la concorrenza»

«Nello scorso torneo mi ero impegnato al massimo quando ho avuto l'opportunità di giocare anche per meritarmi il rinnovo del contratto e così è stato. Ora ci sto dando dentro, la concorrenza non mi spaventa». Parole del difensore Michele Ferri.

«Nello scorso torneo mi ero impegnato al massimo quando ho avuto l'opportunità di giocare anche per meritarmi il rinnovo del contratto e così è stato. In questi primi giorni di preparazione, qui a Rovetta, ci sto dando dentro proprio per presentarmi nella condizione migliore ai nastri di partenza della serie A». A parlare così è Michele Ferri, difensore trentenne, originario di Busto Arsizio (Varese), arrivato a Bergamo nella stagione 2010-2011 a campionato già in corso.

PARTO COL PIEDE GIUSTO
«Sono partito col piede giusto al contrario della scorsa estate quando, in pratica, avevo saltato il ritiro. Il fatto di tornare a giostrare in serie A è motivo di ulteriore stimolo. Sicuramente, per quanto riguarda il mio reparto, non mancherà la concorrenza, ma la competitività non l'ho mai temuta in passato e così sarà anche per questa stagione».

LA FORZA DEL GRUPPO
«L'esperienza mi ha puntualmente insegnato che se i giocatori formano un gruppo solido e affiatato difficilmente vengono meno gli obiettivi prefissati. Su questo argomento l'Atalanta, visto come sono andate le cose nella cadetteria, sarà senz' altro privilegiata. E in A guai a trascurare il detto "l'unione fa la forza!"».

LA GRAN VOGLIA DI «A»
«Non vedo l'ora di cimentarmi di nuovo sui palcoscenici che vanno per la maggiore. Voglio, insomma, rivivere i miei felici trascorsi con Palermo, Cagliari e Sampdoria a Bergamo, in una piazza che ha nella propria squadra di calcio una sua precisa identità. È solo il caso di ricordare la straordinaria passione dei tifosi risultata determinante nel raggiungimento della nostra promozione, per di più, in vetta alla classifica».

IN CAMERA CON FREZZOLINI
«Con il portiere vado molto d'accordo anche fuori dal campo forse perché, a mo' di battuta, siamo entrambi calvi. Se si unissero a noi mister Stefano Colantuono e Simone Tiribocchi formeremmo un invidiabile quartetto».

Arturo Zambaldo

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