Difesa dell'Atalanta convincente
Ora bisogna soltanto attendere

Concluso, a Roma, l'atto primo del processo sul calcio scommesse non ci resta che aspettare la sentenza della Commissione giudicante prevista per martedì. Un'ansiosa attesa o se preferite da inquietante incubo, da parte dell'esercito che tifa Atalanta.

Concluso, a Roma, l'atto primo del processo sul calcio scommesse non ci resta che aspettare la sentenza della Commissione giudicante prevista per martedì. Un'ansiosa attesa o se preferite da inquietante incubo, da parte dell'esercito che tifa Atalanta.

Del resto, i dati dei contatti sul sito internet de «L'Eco di Bergamo» per seguire l'aggiornamento in diretta dell'intera giornata dalla capitale confermano, qualora ce ne fosse stato bisogno, l'enorme interesse dei supporter sulla scottante vicenda.

Commentando, in estrema sintesi, l'intervento del procuratore federale Palazzi seguito da quello degli avvocati di Doni, Manfredini e della società nerazzurra, partiamo da questi ultimi riproponendo il titolo «Per la difesa non mancano spazi» sempre del sito de L'Eco di mercoledì apparso dopo le non tenere richieste dello stesso Palazzi.

Anche se per onestà intellettuale ci dichiariamo inevitabilmente di parte, le «arringhe» dei due avvocati ci sono sembrate del tutto convincenti. Sia chiaro: non avevamo certo preventivato una difesa all'acqua di rose, considerati professionalità e rango di chi assiste il capitano, il difensore e il club atalantino. Occorre dar atto ai legali di aver collocato sul piatto della difesa elementi di indubbia efficacia. Anche la controreplica di Palazzi ci è apparsa fragile e debole. Alla fin della fiera i legali di parte atalantina hanno chiesto, come si sa, le assoluzioni.

Adesso la palla va dritta dritta ai componenti della «giudicante» riunitisi in Camera di consiglio già al termine del dibattimento. A questo punto, quanto a previsioni, meglio affidarsi al bicchiere mezzo pieno o a quello mezzo vuoto? È proprio una bella domanda tanto più che tra accusa e difesa c'è una diversità di giudizi e interpretazioni davvero abissale.

Arturo Zambaldo

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