I dettagli della conferenza stampa
«Grave inquinamento probatorio»

La conferenza stampa che si è svolta a Cremona ha fatto il punto sulla vicenda calcioscommesse e ha spiegato i 17 arresti tra cui quello di Doni. Il procuratore Di Martino ha spiegato che l'associazione rivestiva caratteristiche «transnazionali».

Sono 17 le ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite nella mattinata di lunedì nell'ambito del secondo filone di indagini dell'inchiesta sul calcio scommesse denominata «Last Bet» condotta dalla Procura di Cremona. A finire nel carcere del capoluogo lombardo cinque calciatori italiani: Cristiano Doni, Carlo Gervasoni, Filippo Carobbio, Alessandro Zamperini e Luigi Sartor. Gli altri arresti stanno avvenendo in diversi paesi europei e coinvolgono persone di varia nazionalità, quelle appartenenti al cosiddetto gruppo degli «zingari» a cui si aggiungono i «singaporiani».

Il procuratore di Cremona, Roberto Di Martino, ha spiegato nella conferenza stampa gli ultimi sviluppi dell'inchiesta: «Quello che emerge - dice Di Martino - da questo secondo filone è l'elemento dell'associazione transnazionale; parliamo infatti di reati commessi nello stesso momento sia in Italia che all'estero, in particolare in alcuni paesi dell'est Europa e a Singapore». L'arresto dei calciatori italiani, però, tocca marginalmente questo secondo filone di indagine. «C'è stato - spiega Di Martino - un tentativo concreto di inquinamento delle prove ed è stato necessario intervenire celermente per evitare questo pericolo».

Le indagini hanno permesso di scoprire la presenza di un'organizzazione internazionale che fa capo a Singapore con lo scopo di manipolare i risultati sportivi. Tan Seet Eng, detto Dan, è il capo del sodalizio criminale attraverso cui operavano i cosiddetti «azionisti», ossia soggetti che gestivano diverse aree di competenza, tra cui, appunto, quella europea.  Le indagini hanno quindi potuto portare alla luce anche un sistema di «trasferimento» del denaro contante, difficilmente tracciabile, «attraverso l'utilizzo - dice Di Martino - di spalloni che portavano materialmente un enorme flusso di denaro verso Singapore».

All'interno dell'organizzazione c'è anche il cosidetto gruppo degli «zingari» personaggi emersi durante il primo filone dell'indagine che aveva contatti con calciatori italiani. Quanto alle gare, risultano oggetto di combine le gare
di serie B del campionato italiano 2009/2010 Cittadella-Mantova (24 aprile 2010), Ancona-Grosseto (30 aprile 2010), Brescia-Mantova 2 aprile 2010), Grosseto-Reggina (23 maggio 2010) ed Empoli-Grosseto (30 maggio 2010). L'organizzazione ha poi tentato di manipolare i risultati di Brescia-Bari, Brescia-Lecce e Napoli-Sampdoria ma sono ancora in corso accertamenti. Sarebbero 20 in totale le gare interessate all'attività del gruppo. «È stato necessario intervenire - ha spiegato Di Martino - perchè ancora oggi risultano in atto attività di manipolazione delle gare». Il procuratore ha fatto riferimento alla gara di Coppa Italia Cesena-Gubbio dello scorso 30 novembre, la cui combine però non andò in porto. Qualche tempo prima dell'incontro, infatti, un giocatore del Gubbio era stato
avvicinato dall'ex calciatore Alessandro Zamperini il quale gli aveva offerto 200mila euro perchè, con altri compagni, manipolasse la partita. Il giocatore del Gubbio aveva opposto un netto rifiuto e si era rivolto alla giustizia sportiva. Gli agenti di polizia l'hanno quindi sentito in un secondo tempo e questo è uno degli elementi a carico di Zamperini, anch'egli arrestato.

Di Martino ha anche specificato: «Questo non è un punto di arrivo, ma una base di partenza. Speriamo sia un punto di partenza per portare più pulizia in questo bel gioco che è il calcio». Il magistrato ha spiegato l'organigramma dell'associazione della quale i sette componenti italiani sono già stati arrestati, mentre per quanto riguarda i numerosi personaggi stranieri sono state avviate le rogatorie per la loro estradizione.  Di Martino ha spiegato che l'associazione rivestiva caratteristiche «transnazionali» e che per le indagini è stata fondamentale la collaborazione di forze di polizia estere, in particolare di Croazia, Germania, Finlandia e Ungheria. Per quanto riguarda il ruolo dell'ex capitano dell'Atalanta Cristiano Doni, del preparatore atletico del Ravenna Calcio, Nicola Santon e dell'amico di Doni, Antonio Benfenati, Di Martino ha detto che non ci sono ulteriori episodi di combine rispetto a quelli contestati nel giugno scorso ma, «si sono enormemente concretizzate» le responsabilità di fronte anche a un «pericoloso intervento di inquinamento probatorio».

«Ci sono stati dei rapporti tra polizie, seguite da rogatorie internazionali che ci hanno consentito di appurare che in occidente c'è un problema comune che coinvolge anche Germania, Svizzera, Croazia e altri paesi - ha spiegato in conferenza stampa -: c'è un problema di manipolazione delle partite dei propri campionati. Una rogatoria è stata eseguita in Finlandia dove era detenuto un signore di Singapore, già condannato in Germania a 5 anni di reclusione che faceva parte di questa associazione della quale ci stiamo occupando e che ci ha consentito di capire come era organizzata questa associazione. L'organizzazione vede ai vertici uomini di Singapore che sono quelli che manovrano il denaro contante. Poi vi sono dei membri, chiamati azionisti, ognuno dei quali ha un settore in diverse zone, in Occidente, estremo oriente, Sudamerica e che gestiva con suoi uomini la manipolazione. Noi ci occupiamo di ciò che ci riguarda da vicino, anche se ci sono partite di altri campionati come Argentina e Bolivia. Si è capito che quei signori che nell'indagine precedente venivano chiamati zingari, oggi gran parte identificati, costituivano il braccio destro di questi uomini di Singapore. È stato possibile constatare la presenza di questi uomini in Italia nel mese di novembre e nel settembre c'è stato un tentativo di manipolazione di una partita di coppa Italia che si sarebbe giocata il 30 novembre e che vedeva protagoniste squadre di serie B».

Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi è annoverato il capo dell'organizzazione di stanza a Singapore e operante in diversi Paesi Europei, il singaporiano Tan Seet Eng (detto Dan) e 2 suoi collaboratori principali. L'uomo, avvalendosi di una fitta rete di collaboratori, suoi connazionali e soggetti di alcuni Paesi dell'Europa dell'Est, al fine di condizionare a suo favore l'esito delle scommesse sugli incontri di calcio, avrebbe corrotto i giocatori per indurli a falsare i risultati delle partite. Le puntate relative alle scommesse su partite truccate venivano effettuate tramite siti Internet collocati all'estero, prevalentemente in Asia, ritenuti più «sicuri» per sfuggire ad eventuali controlli sui flussi delle giocate. Funzionari ed investigatori del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili impegnate nelle operazioni, con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, sono presenti all'estero per le procedure di ricerca degli indagati stranieri di origine singaporiana e balcanica. Le indagini hanno svelato gli interessi del gruppo transnazionale nei campionati di calcio italiani. In particolare, sarebbero state alterate diverse partite del campionato di serie B anni 2009-2010 e 2010-2011.

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