Prima notte in carcere per Doni
Bergamo teme un'altra batosta

Doni ha trascorso la sua prima notte nel carcere di Cremona, mentre Bergamo s'interroga sulla sua bandiera e teme che, alla luce dell'ennesimo terremoto, la giustizia sportiva possa assestare all'Atalanta, già penalizzata di 6 punti, un'altra mazzata in classifica.

Doni ha trascorso la sua prima notte nel carcere di Cremona, mentre Bergamo s'interroga sulla sua bandiera e teme che, alla luce dell'ennesimo terremoto, la giustizia sportiva possa assestare all'Atalanta, già penalizzata di 6 punti, un'altra mazzata in classifica.

Lunedì 19 dicembre, con l'arresto all'alba della bandiera atalantina, che passerà probabilmente il Natale in cella e per cinque giorni non potrà nemmeno vedere il suo avvocato, in casa nerazzurra è esplosa l'ennesima «bomba» di una stagione esaltante sul piano dei risultati con la promozione in serie A e la splendida cavalcata in corso, ma decisamente dura da digerire sul piano del percorso giudiziario.

Doni è finito in manette, nell'ambito del secondo filone dell'inchiesta sul calcioscommesse (scoperta un'organizzazione mondiale con epicentro Singapore: 17 arrestati, c'è anche il bergamasco Carobbio, e 11 indagati) condotta dalla procura di Cremona, per il pericolo di inquinamento delle prove.

Secondo l'accusa, Doni stava studiando il modo di connettersi con l'iPhone di Santoni (in mano alla polizia postale) per cancellare diversi dati compromettenti e avrebbe dato allo stesso Santoni, in cambio del suo silenzio, soldi (25-30 mila euro) da usare per pagare almeno parzialmente la parcella dell'avvocato.

Nell'ordine di custodia cautelare il gip Guido Salvini spiega che la «posizione di Doni è oggi molto più chiara» e, dato molto preoccupante, che la bandiera nerazzurra «interferiva o tentava di interferire» sul risultato delle partite dell'Atalanta «anche per conto» della società.

Doni è indagato per tre partite, Atalanta-Piacenza 3-0, Ascoli-Atalanta 1-1 e Padova-Atalanta 1-1. Doni e il club sono già stati sanzionati dalla giustizia sportiva (il giocatore con 3 anni e mezzo di squalifica e la società nerazzurra con 6 punti di penalizzazione) per Atalanta-Piacenza 3-0 e per Ascoli-Atalanta 1-1, per cui il club nerazzurro potrebbe rischiare un'ulteriore penalizzazione per Padova-Atalanta 1-1, la terza partita «sospetta»

Naturalmente è ancora prestissimo per ipotizzare quali potrebbero essere le ripercussioni sulla classifica dell'Atalanta. La sanzione potrebbe essere molto pesante se venisse appurata anche la responsabilità diretta della società, peraltro tutta da dimostrare.

Vediamo cosa potrebbe succedere all'Atalanta. Le novità di lunedì aggravano la posizione di Doni. Il giudizio del Tnas, atteso per gennaio, in punta di diritto non dovrebbe tener conto di questa nuova ordinanza, ma anche i tre arbitri sono uomini, leggeranno l'ordinanza e ne saranno condizionati. A questo punto l'assoluzione sembra impossibile. E anche lo sconto diventa complicato. È logico attendersi il peggio, immaginiamo dunque la conferma dei sei punti di penalizzazione.

Il punto centrale, per l'Atalanta, è ora Padova-Atalanta. Il procuratore Palazzi sin dal primo processo si era riservato la possibilità di procedere con altri deferimenti, da fare dopo aver preso conoscenza degli «ulteriori accertamenti» che stava svolgendo la magistratura ordinaria.

È dunque molto probabile un nuovo processo sportivo. Per Padova-Atalanta è prevedibile che, se andrà tutto male, l'Atalanta prenderà la stessa penalizzazione che resterà dopo il Tnas su Atalanta-Piacenza. Nella peggiore delle ipotesi potrebbero dunque essere 12 punti in totale, 6 vecchi e 6 nuovi.

La società coinvolta? La retrocessione all'ultimo posto della classifica del campionato di competenza è prevista solo nel caso del coinvolgimento dei dirigenti con potere di firma: Antonio o Luca Percassi. E questo sembra impossibile. Quindi niente serie C? Calma. Al massimo, ma pare inverosimile, si retrocede in B, con una pesante penalizzazione da scontare tra i cadetti.

Intanto, lunedì il presidente Antonio Percassi ha parlato alla squadra nello spogliatoio di Zingonia. Uno spogliatoio sembra molto scosso dalle ultime notizie, come ha sottolineato il dt Pierpaolo Marino. «Siamo puliti, dobbiamo reagire» il succo del discorso di Percassi alla squadra, attesa mercoledì dal match casalingo contro il Cesena, uno scontro salvezza diventato ancor più delicato.

Era stato annunciato per la serata un comunicato ufficiale del gruppo Percassi, ma non c'è stato. Martedì 20, intanto, sono previsti i primi interrogatori: saranno sentiti Carobbio e Zamperini. Non si sa quando sarà ascoltato Doni, ma è probabile che il giocatore sarà tenuto sulle spine per qualche giorno.

Nell'inchiesta  è stato tirato in ballo anche l'AlbinoLeffe. Un cittadino di Singapore, Wilson Raj Perumal, arrestato in Finlandia nel febbraio 2011 e condannato per aver alterato i risultati di alcune partite, ha raccontato che il capo dell'organizzazione, Eng Tan Seet, avrebbe avuto addirittura, parlando di AlbinoLeffe, «il controllo finanziario, seppure in modo occulto, dell'intera società». Perentoria la replica del presidente Gianfranco Andreoletti: «Illazioni del tutto false e destituite di ogni fondamento».

Leggi su L'Eco di martedì 20 dicembre le sette pagine sull'argomento.

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Documenti allegati
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