«Serenità, rabbia e determinazione»
È lo stato d'animo di Andreoletti

«Ho scelto volutamente di non parlarne e non faccio eccezioni. Mi limito a ribadire quanto espresso nel nostro comunicato: abbiamo conferito formale incarico ai nostri legali per prendere immediato contatto con la procura della repubblica di Cremona e metterci a completa disposizione degli organi inquirenti».

Sono le parole del presidente dell'AlbinoLeffe, Gianfranco Andreoletti, che in una intervista riportata dal sito ufficiale si sofferma sulle ultime vicende relative all'inchiesta delle scommesse. «Stesso passo verso la procura della Federazione, cui offriamo la massima collaborazione da parte di tutti: società, dirigenti e tesserati - continua -. I nostri legali hanno anche il più ampio mandato per agire, sia in sede penale sia in sede sportiva, nei confronti di chiunque risulterà aver messo in atto comportamenti in danno della società».

«Ribadisco che l'AlbinoLeffe si ritiene sin d'ora parte lesa dai fatti che sembrano emergere dalle notizie riportate dalla stampa e conferma la decisione di difendere con la massima fermezza e determinazione il proprio nome, la propria storia e i propri tifosi in ogni sede. Il mio stato d'animo personale, è riassumibile in tre termini: serenità per il nostro operato, rabbia per il discredito causato dalla circolazione di certe voci, infine determinazione nel voler dimostrare la nostra totale estraneità».

Andreoletti esclude che la cessione di Gervasoni, uno dei protagonisti dell'inchiesta, sia maturata per sospetti: «No, avevamo imputato quello scadimento di rendimento, peraltro non solamente suo, alla rilassatezza che era subentrata a seguito della raggiunta salvezza con qualche settimana d'anticipo. Un atteggiamento sbagliato, perché fino a sette-otto giornate dalla fine eravamo stati in corsa per i playoff e avremmo potuto giocarci le nostre carte. Quella sorta di appagamento non mi era piaciuta e così, a fine stagione, diversi giocatori erano stati ceduti e sostituiti da giovani, come dire, più affamati. Tutto qui, nessuna dietrologia».

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