Santoni, interrogatorio di 2 ore
Il pm: «Ha ammesso il minimo»

Mercoledì 11 gennaio non era soltanto il giorno dell'interrogatorio di Cristiano Doni. Il pm Roberto di Martino ha ascoltato anche Nicola Santoni. Un interrogatorio durato circa due ore. Il pm: «Ha ammesso il minimo indispensabile».

Mercoledì 11 gennaio non era soltanto il giorno dell'interrogatorio di Cristiano Doni. Il pm Roberto di Martino ha ascoltato anche Nicola Santoni, ex preparatore atletico dei portieri del Ravenna. Un interrogatorio durato circa due ore. 

Santoni è entrato nell'ufficio del pm alle 16,15, accompagnato dal suo avvocato Lorenzo Tomassini, ed è uscito prima delle 18,30. Sia Santoni, sia il suo legale si sono allontanati dalla Procura senza rilasciare nessuna dichiarazione.

Ai giornalisti ha parlato invece il pm di Martino che ha sottolineato: «Santoni ha ammesso il minimo indispensabile, ovvero quello che non poteva non ammettere». Ovvero i contatti con Doni.

Secondo indiscrezioni, Santoni avrebbe detto che i 40 mila euro dati a Parlato il giorno stesso di Atalanta-Piacenza non gli erano arrivati né da Doni, né dall'Atalanta, erano suoi ed erano un prestito a Parlato che gli rispose che i soldi avrebbero potuto essere utilizzati per pagare i giocatori per la combine.

Quanto ai 25 mila euro ricevuti ai bagni di Cervia ad agosto da Doni, Santoni ha confermato la versione di Doni, ovvero che erano stati il gesto a un amico in difficoltà economica e non un contributo al suo silenzio.

Santoni, sempre secondo quanto affermato davanti al pm, non avrebbe partecipato attivamente alla combine di Atalanta-Piacenza, avrebbe saputo della combine da Parlato e avrebbe contattato Doni soltanto perché lo conosceva bene.

Santoni nell'interrogatorio svolto prima di Natale, dopo il quale gli erano stati concessi gli arresti domiciliari, aveva solo scagionato i tre big che alcune sue dichiarazioni, intercettate, avevano inizialmente coinvolto nel calcioscommesse (i campioni del mondo Gigi Buffon, Fabio Cannavaro e Rino Gattuso) e aveva domandato e ottenuto dal magistrato un rinvio della seconda fase dell'interrogatorio, in modo da definire con i suoi legali una nuova linea difensiva, alla luce delle confessioni di Doni e Gervasoni.

Nulla di nuovo sembra essere scaturito dall'interrogatorio odierno. Restano perplessità e contraddizioni.

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