Tolti gli arresti domiciliari a Doni
Venerdì sarà interrogato Masiello

Come si prevedeva, il gip di Cremona, Guido Salvini, ha deciso stamattina, giovedì 19 gennaio, la revoca degli arresti domiciliari di Cristiano Doni. Per l'ex bandiera nerazzurra è stato stabilito l'obbligo di firma. Venerdì sarà interrogato Masiello in Procura a Cremona.

Come si prevedeva, il gip di Cremona, Guido Salvini, ha deciso stamattina, giovedì 19 gennaio, la revoca degli arresti domiciliari di Cristiano Doni. Per l'ex bandiera nerazzurra è stato stabilito l'obbligo di firma.

Mentre Filippo Carobbio, ex AlbinoLeffe, era sotto torchio, la seconda notizia di giornata è che Andrea Masiello, difensore nerazzurro e indagato per Palermo-Bari dello scorso campionato, sarà interrogato dal pm di Cremona, Roberto di Martino, venerdì 20 alle ore 15 in Procura. Da rilevare comunque che è stato lo stesso ex giocatore del Bari a domandare di essere ascoltato.

Queste le parole di Gervasoni a verbale su Palermo-Bari: «In occasione dello scorso interrogatorio mi sono dimenticato di riferire di un'altra partita di serie A combinata del campionato 2010-2011. Sto parlando di Palermo-Bari, terminata 2-1 per il Palermo, laddove il risultato concordato era di un over con la sconfitta del Bari con almeno due gol di scarto».

«Si tratta di notizie che mi ha riferito Gegic nell'immediatezza della partita in quanto ho scommesso sulla medesima. Ricordo che, sempre secondo quanto mi riferì Gegic, era stato Carobbio a mettersi in contatto con i giocatori del Bari o con qualcuno che gli stesse vicino. Gegic mi riferì che erano stati corrotti i seguenti giocatori del Bari: Padelli, Bentivoglio, Parisi, Masiello Andrea e Rossi. Il risultato concordato non venne raggiunto in quanto Miccoli sbagliò il rigore che era stato volutamente provocato. Miccoli non sapeva nulla della combine».

Il pm di Martino aveva già dato il suo assenso alla revoca dei domiciliari per Doni, e il gip Salvini, che mercoledì era in ferie, è stato concorde con il collega, così Doni non dovrà rimanere ancora confinato nella sua villa di Torre Boldone. Riavuta la libertà, il giocatore deve ora decidere cosa fare, oltre ad avere l'obbligo di firma per due volte alla settimana.

Ma sembra molto chiaro che il suo rapporto con l'Atalanta è concluso. Doni non metterà più piede a Zingonia. E senza troppo clamore la società cercherà di arrivare alla risoluzione del contratto. Doni guadagna 300 mila euro netti (premi compresi) a stagione e il suo contratto scade il 30 giugno.

L'Atalanta, come tutte le società, versa lo stipendio mensile ai suoi tesserati (Doni compreso) con 40 giorni di ritardo: il 10 gennaio ha pagato novembre, il 10 febbraio pagherà dicembre. E per il momento non può smettere di pagare Doni.

Lo dice il regolamento: «La risoluzione del contratto è possibile entro 10 giorni da quando il provvedimento diventa definitivo». E fino alla sentenza del Tnas la sentenza non sarà definitiva. Poi comunque è possibile chiedere indietro i soldi, con la richiesta di risarcimento danni. E non è tutto. Senza arrivare a battaglie legali, vista la situazione è probabile che sia lo stesso Doni a proporre la risoluzione del contratto. È la soluzione che porterebbe vantaggi a tutti.

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