Capelli, l'abbraccio della gente
Si parla di almeno 4 mesi di stop

La sfortuna si è accanita ancora una volta su Daniele Capelli, più di prima e peggio di prima. Dopo il crociato stavolta è stata la rotula a fare crack. Il ginocchio è lo stesso, l'infortunio se possibile anche più grave. Si parla di almeno 4 mesi di stop.

Stagione finita, questa volta sul serio. La sfortuna si è accanita ancora una volta su Daniele Capelli, più di prima e peggio di prima. Dopo il crociato stavolta è stata la rotula a fare crack. Il ginocchio è lo stesso, l'infortunio se possibile anche più grave.

Mercoledì appena la notizia è trapelata tutto il popolo del web si è stretto attorno a Daniele: messaggi sulla sua bacheca di Facebook e sui vari siti e blog. Una frase, «non mollare leone», vale per tutte e testimonia quanto affetto sia stato capace di conquistarsi questo omone buono come il pane e bergamasco vero.

Proprio il suo carattere forte e tenace, unito all'affetto della gente e della sua splendida famiglia, lo aiuteranno a rialzarsi per la seconda volta in pochi mesi. L'Atalanta, che a gennaio gli ha rinnovato il contratto fino al 2015, lo aspetta a braccia aperte.

Si parla come minimo di altri 4 mesi di stop (la speranza sarebbe riaverlo ad agosto), ma per infortuni del genere non c'è una vera e propria casistica. Si tratta di un incidente piuttosto raro nel mondo del calcio e i tempi di recupero variano da caso a caso: gli ultimi che si ricordano riguardano gli juventini Jorge Andrade (il cui calvario era cominciato il 23 settembre 2007 e lo ha costretto a rescindere il contratto dopo tre operazioni) e De Ceglie (ko il 30 ottobre 2010 e rientrato il maggio 2011 dopo 7 mesi).

Per Capelli bisognerà attendere l'intervento di osteosintesi che verrà eseguito nel primo pomeriggio di giovedì 15 marzo agli Ospedali Riuniti di Bergamo dal dottor Aristide Cobelli coadiuvato dallo staff ortopedico dell'ospedale. Si è trattato di una frattura trasversale, anche se chiusa (la cute cioè è rimasta integra): dei tre tipi di fratture è tra le più gravi perché è scomposta e comporta la rottura completa dell'osso.

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