Conte incompreso a Bergamo
ma merita tanti complimenti

Anche a Bergamo c'è chi è già salito al volo sul carro del vincitore (su quello del neo scudettato Antonio Conte). Un copione, del resto, recitato a suo tempo con Guidolin, anche lui non acclamato sulla panchina atalantina.

Anche a Bergamo c'è chi è già salito al volo sul carro del vincitore (su quello del neo scudettato Antonio Conte). Un copione, del resto, recitato a suo tempo con Guidolin, anche lui non acclamato sulla panchina atalantina. Ma fermiamoci a Conte privilegiando i doverosi complimenti non certo formali.

Con il senno di poi è razionale rammaricarsi per la sua limitata permanenza da noi anche perché con il subentrato Lino Mutti i nerazzurri sono retrocessi. A Zingonia, l'ex calciatore di Juventus e della Nazionale, era venuto di corsa convinto di rimanere un bel po' ispirato da un ambizioso progetto.

A volerlo fortemente, al posto di Gregucci, esonerato dopo il pesante ko della squadra a Napoli, quarta giornata di campionato, fu l'allora presidente Alessandro Ruggeri che per l'occasione non interpellò né Carlo Osti, né Cesare Giacobazzi, rispettivamente direttore sportivo e direttore generale.

L'accoglienza non fu delle migliori, specie da un buon numero di media locali. Anzi. I rapporti, giorno dopo giorno, si fecero sempre più tesi. A suo favore si schierò il tifo organizzato della Curva nord, venuto via via meno fino alla definitiva rottura poco prima delle sue dimissioni.

Sì, è il caso di ribadire il termine dimissioni in quanto rassegnandole lui stesso rinunciò a percepire gli emolumenti futuri, previsti dal contratto. Conte, anche per questo, uscì dalla scena nerazzurra a testa alta o se preferite da gran signore.

Attenzione, alla corte dei Ruggeri, Conte non era giunto in cerca di rilancio o di rivincite dal momento che nella stagione precedente aveva centrato la promozione in serie A con il Bari: oltre al primato in classifica diede un gioco di qualità al team pugliese riconosciuti da chiunque. Altro salto nella massima categoria lo ha collezionato un anno fa in quel di Siena.

Il capolavoro, tuttavia, lo ha firmato domenica scorsa con il tricolore consegnato al club degli Agnelli. Un trofeo, peraltro da pochissimi annunciato in estate. Pensatela come volete: personalmente che Conte sia passato, seppur brevemente, dal nostro territorio è motivo di orgoglio.

Arturo Zambaldo

LO SCUDETTATO ANTONIO CONTE INCOMPRESO O NO A BERGAMO?

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