Calioscommesse, weekend caldo
tra sentenze e audizioni

Un'udienza durata un giorno e mezzo ed è già tempo di sentenze: venerdì o sabato, al massimo. Il processo d'appello al calcioscommesse nato dalla seconda tranche dell'inchiesta della Procura di Cremona e dalle dichiarazioni dei «pentiti» si avvia alla conclusione.

Un'udienza durata un giorno e mezzo ed è già tempo di sentenze: venerdì o sabato, al massimo. Il processo d'appello al calcioscommesse nato dalla seconda tranche dell'inchiesta della Procura di Cremona (considerando anche quella dello scorso anno) e dalle dichiarazioni dei «pentiti» Gervasoni e Carobbio si avvia alla conclusione, ma l'estate della Procura federale entrerà nel vivo solo quando negli uffici di via Po transiteranno gli altri big della Serie A, già sotto la lente degli inquirenti delle Procure di Napoli e Cremona (ter). Occorrerà aspettare soltanto due giorni per vedere comparire i primi volti noti al grande pubblico.

Giovedì, infatti, proseguiranno le audizioni relative al materiale inviato dalla procura partenopea. Sfilerà mezza squadra napoletana: toccherà al portiere Morgan De Sanctis, tornato a disposizione dopo l'impegno europeo con la Nazionale, e, 24 ore dopo, all'ex Matteo Gianello, reo confesso del tentativo di alterazione della gara Sampdoria-Napoli (1-0, del 16 maggio 2010), e poi a capitan Paolo Cannavaro, a Gianluca Grava, al tecnico Walter Mazzarri (anche se la sua audizione potrebbe essere rinviata) e all'ex Giuseppe Mascara. Nel frattempo, però, la giustizia sportiva non si ferma. La Corte di Giustizia Federale, presieduta da Gerardo Mastrandrea, in camera di consiglio dovrà decidere sui 47 ricorsi presentati dopo le sentenze della Commissione Disciplinare. Il dispositivo è atteso per il week-end. Lo aspettano 10 dei 14 club sanzionati due settimane fa (rispetto al primo grado non hanno presentato ricorso la dilettante Avesa e le fallite Ancona, Piacenza e Ravenna), e altri cinque che si sono presentati come parti terze: Nocerina, Vicenza, Gubbio, accomunati dalla richiesta di annullamento del patteggiamento del Grosseto (6 punti da scontare il prossimo anno e 40mila euro di ammenda) per ridisegnare la classifica di Serie B e relativi play out (tra l'altro già disputati); il Cesena invece contesta quello dell'Atalanta e la condanna del Novara e chiede che il club piemontese venga declassato all'ultimo posto in classifica della passata stagione di A ed escluso dagli eventuali ripescaggi (ci potrebbero essere se l'inchiesta federale dimostrerà la responsabilità diretta di qualche società di A) e il Barletta legato invece a questioni inerenti alla Lega Pro e al patteggiamento della Cremonese.

Spera anche l'AlbinoLeffe, penalizzata di 15 punti (e 90mila euro) dalla Disciplinare. La società lombarda confida nell'avvocato Chiacchio per vedere ridotta ulteriormente la sua squalifica (Palazzi aveva chiesto 27 punti in primo grado). «Mi sento in obbligo di ribadire che il principio della responsabilità oggettiva è un principio cardine, ma la pena deve essere graduale», ha dichiarato oggi in aula il presidente del club, Gianfranco Andreoletti. «La mia società è vittima dei suoi giocatori - ha aggiunto-. 15 punti di penalità equivalgono a condannare il club a morte sicura. Attraverso la sentenza avete la possibilità di dare credibilità alla giustizia del mondo del calcio, solo così ci saranno imprenditori che investiranno su di esso».

Tra i club di A, attendono il verdetto Pescara (penalizzato due punti), Sampdoria e Siena (sanzionati entrambi per 50mila euro). Così come i trenta tesserati, con in testa Gianluca Nicco (condannato a tre anni) del Pescara - «il più piccolo coinvolto nel calcioscommesse, un piccolo grande uomo che ci ha trasmesso una lezione di lealtà», come lo ha descritto il suo avvocato Flavia Tortorella - e il portiere Alberto Fontana che in aula stamane ha dichiarato che i «tre anni e sei mesi inflitti dalla Disciplinare equivalgono a tre anni e sei mesi di carcere, una macchia indelebile per me e i miei figli».

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