Davide Brivio, andata e ritorno:
speriamo ci stupisca presto

Lasciò l'Atalanta poco più che ragazzo: trascorsi 7 anni torna in nerazzurro. Piuttosto singolare l'odissea calcistica di Davide Brivio, 24 anni, milanese, difensore di fascia, da poco interamente nerazzurro, candidato a sostituire Peluso.

Lasciò l'Atalanta poco più che ragazzo: trascorsi 7 anni torna in nerazzurro. Piuttosto singolare l'odissea calcistica di Davide Brivio, 24 anni, milanese, difensore di fascia, da poco interamente nerazzurro, candidato a sostituire Peluso, assai vicino alla Juventus.

Giunto, a Zingonia, pressoché, con i calzoni corti, alla corte del talent-scout Mino Favini si mise presto in mostra tanto che, compiuti 17 anni, la Fiorentina bussò con insistenza alla porta del club atalantino mostrando un assegno a nove zeri.

Ci riferirono allora che il presidente Ivan Ruggeri non dormì un'intera notte prima del “prendere o lasciare” proposto dal sodalizio viola. Di un miliardo, tondo tondo, per l'esattezza, l'offerta toscana, cifra record per un baby che in quella stagione sportiva aveva militato nella squadra degli allievi nazionali e nulla di più.

Alla fine Ruggeri cedette, sicchè Brivio raggiunse il quartier generale gigliato e inserito nel team Primavera, a stretto contatto comunque con la prima squadra allenata da un tal Cesare Prandelli.

La decisione di Ruggeri spaccò in due media e tifosi di casa nostra: chi criticava l'operato del numero uno nerazzurro per non aver avuto l'opportunità di applaudire il gioiellino con i titolari; altri, invece, evidenziavano la bontà dell'affare finanziario.

Nei 24 mesi in riva all'Arno, Brivio firmò però la miseria di 2 presenze nella massima divisione, non convincendo affatto quella dirigenza al punto di dar via libera alla sua cessione.

Eccolo, di nuovo a Bergamo, ma per ill tempo necessario di prendere atto del trasferimento al Vicenza. Dal Vicenza poi al Genoa, ancora al Vicenza e nei due ultimi tornei a Lecce dove ha disputato fior di partite, intese nel più ampio senso del termine.

«È il classico esterno mancino che si fa oltremodo rispettare in fase arretrata ma scalpita per proiettarsi in avanti contribuendo, pertanto, anche alle giocate offensive». In più occasioni lo ha descritto così mister Serse Cosmi.

Adesso, a cominciare dall'imminente raduno della truppa atalantina, in Alta Valle Seriana, blindiamocelo stretto stretto: ad un ventiquattrenne di indubbia tecnica e dal fisico possente (185 centimetri d'altezza per 82 chilogrammi di peso) c'è solo da chiedere di stupirci in fretta.

Arturo Zambaldo

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