Percassi replica a Ruggeri
«Chiedo rispetto e verità»

Un'ora di conferenza stampa per rispondere a un'intervista rilasciata da Alessandro Ruggeri in merito al passaggio di proprietà dell'Atalanta. Antonio Percassi ha detto la sua, a proposito di bilanci, di ultra, del futuro. Questi i concetti principali.

Un'ora di conferenza stampa per rispondere a un'intervista rilasciata da Alessandro Ruggeri in merito al passaggio di proprietà dell'Atalanta. Antonio Percassi ha detto la sua, a proposito di bilanci, di ultra, del futuro. Questi i concetti principali.

Il costo e i termini dell'operazione

Ruggeri ha parlato di 8 milioni di utili, di conti a posto e di aver incassato meno di 15 milioni.
Percassi: «I numeri sono questi. La società è stata valutata 18 milioni, noi ne abbiamo pagati alla famiglia Ruggeri 12,5 per il 70% del pacchetto azionario. Ma abbiamo chiuso il bilancio al 30 giugno con 7 milioni di perdita d'esercizio, abbiamo sostituito fidejussioni personali per 11,5 milioni e al netto dei crediti abbiamo rilevato la società con 30 milioni di debiti. Sì, ci sono le immobilizzazioni da valutare, ma con la squadra in B, fatemi ridere. La realtà è che siamo stati generosi, chiedetelo alle banche. Abbiamo risolto un gran problema alla famiglia Ruggeri, che in quel momento era in difficoltà. Chiedevo un minimo rispetto e la verità, invece a questo punto saranno gli avvocati a dirci se sarà il caso di procedere per vie legali. Per tutelare la nostra immagine. Noi, a differenza dei Ruggeri, non viviamo di calcio, abbiamo altre attività e questa è una passione. Ma Alessandro lo voglio incontrare, e guardarlo in faccia».

Ruggeri ha detto che dall'interno brigavano per portargli via la società e farla arrivare ai Percassi.
Percassi: «Il primo contatto io l'ho avuto nientemeno che con Miro Radici, chiedete a lui se non è vero. Per conto della famiglia Ruggeri mi ha chiesto se ero interessato alla società. Ci ho pensato, ho detto di sì, su sua indicazione ho chiamato la signora Daniela, la mamma. Poi la trattativa si è interrotta e l'abbiamo ripresa solo su richiesta espressa dei commercialisti dei Ruggeri».

Ruggeri ha fatto espressamente riferimento a Roberto Spagnolo, suo uomo di fiducia poi con lei diventato direttore generale della società.
Percassi: «Avevo conosciuto Spagnolo proprio nel corso di quella stagione, quelal delal retrocessione in B, perché per la sua attività si stava occupando del nuovo centro commerciale che stavamo realizzando in Sicilia. Sapendo che era l'uomo di fiducia dei Ruggeri mi ero permesso di dirgli avremmo potuto rilevare il 10-15% del pacchetto azionario per dare un aiuto alla famiglia. E di valutare se ritenesse di dirlo o meno ai Ruggeri».

Interviene Roberto Spagnolo, presente alla conferenza stampa: «Posso dire che io ho riferito della proposta a Francesca Ruggeri, spiegandole che se non fosse stata interessata mi sarei preso la responsabilità di dire ai Percassi che non mi sembrava opportuno dirlo, per evitarle una posizione difficile. Francesca mi ha detto che non erano interessati, io ho detto ai Percassi che non mi sembrava il caso di parlarne con i Ruggeri…».

Percassi: «E lasciatemi aggiungere che quelli da mandar via da Zingonia erano ben altri, non Spagnolo…».

Il rapporto con i tifosi.

Ruggeri ha detto che suo padre non è mai andato alla Festa della dea, come qualcuno fa adesso. Si riferiva a Percassi, sul palco a fianco del Bocia, leader degli ultrà indagato con l'accusa di associazione a delinquere.
Percassi: «La Festa della Dea è un evento pubblico al quale partecipano decine di migliaia di persone. E' regolarmente autorizzato, è la festa degli atalantini. Ci sono andato prima di diventare presidente, ci vado a maggior ragione oggi, a incontrare migliaia di bergamaschi e atalantini. Allo stesso modo vado alla Camminata nerazzurra, o mandiamo i giocatori alle cene del Club Amici. Ovunque partecipano migliaia di persone perbene e, magari, c'è qualche violento. Ma non ho mai sentito un solo accenno alla violenza».

Ruggeri ha detto che lui non ha mai regalato biglietti o creato corsie preferenziali con gli ultrà. Si riferiva all'inchiesta in cui siete coinvolti per aver venduto biglietti di curva alla tifoseria calda attraverso canali privilegiati.
Percassi: «C'è un'indagine in corso, mi fido della magistratura. Io so che siamo in regola, se sono stati commessi degli errori chiederemo scusa e non li rifaremo. Questo non è un problema. Ma deve prevalere il concetto di fondo: noi siamo per la via del dialogo, del confronto con tutti. E questo da quando gestiamo la società di ha permesso di evitare incidenti. L'osservatorio ci ha chiamati a Roma per complimentarsi con noi, perché il clima con i tifosi a Bergamo è cambiato. Ma dev'essere chiaro che noi siamo contro ogni tipo di violenza. Distanza netta, zero rapporti con chi fa guai».

Lei era sul palco col Bocia, quello che poi ha aggredito un giornalista fuori dal tribunale.
Percassi: «Noi ci siamo schierati con il giornalista. Il resto lo decide la magistratura. Noi abbiamo massima fiducia nelle istituzioni».

Il rapporto con Doni

Ruggeri ha detto che lui non avrebbe più rinnovato il contratto a Doni, dopo i problemi avuti con Conte.
Percassi: «Mi pare di poter dire che Doni calciatore è stato straordinario, e ha permesso alla famiglia Ruggeri di vivere annate d'oro… Forse lo doveva dire lui, Alessandro… invece glielo devo ricordare io…».

Ruggeri ha ricordato che lei lo voleva fare presidente dell'Atalanta.
Percassi: «Come no, l'ho chiesto anche a Stromberg, due settimane fa, all'inaugurazione dello store a Oriocenter. Sono i riferimenti ai miti del calcio di una città, e mi pare che Doni lo sia stato a lungo. Poi le note vicende hanno cambiato i rapporti, oggi vi posso dire che come società contro Doni ci siamo costituiti parte civile nell'ambito del procedimento penale. Ora deciderà la magistratura».

© RIPRODUZIONE RISERVATA