Colantuono sul caso-Stendardo
«Non si possono creare precedenti»

Stefano Colantuono non vuole che diventi un caso, ma di certo la vicenda di Guglielmo Stendardo farà discutere a lungo. «Se ne assumerà la responsabilità - dice il tecnico nerazzurro - Non si possono creare precedenti».

Stefano Colantuono non vuole che diventi un caso, ma di certo la vicenda di Guglielmo Stendardo farà discutere a lungo. Il 31enne difensore napoletano dell'Atalanta, contravvenendo ai voleri della società, non è andato a Roma con la squadra, che stasera sfiderà i giallorossi di Zeman nel turno degli ottavi di Coppa Italia, ma ha raggiunto Salerno, dove oggi sosterrà la prima parte dell'esame di Stato per diventare avvocato, che durerà tre giorni.

Una «diserzione» che non è piaciuta nè al club che allo stesso Colanutono: per Stendardo, che sabato aveva saltato per squalifica il match vinto 2-1 dagli orobici con il Parma, si profila una multa salata e l'esclusione per l'incontro di domenica con la Juventus, di cui è un ex.

«È una situazione delicata - ha confermato Colantuono a Skysport24 - Il caso ha voluto che il suo esame di Stato ci fosse in questa settimana, importante anche per noi, visto che abbiamo stasera la Coppa Italia e domenica la Juve. Ci sono dei regolamenti, noi siamo a disposizione dell'Atalanta, siamo dei professionisti ben pagati. A volte si possono fare delle deroghe, come già successo con Stendardo, ma stavolta la situazione era delicata».

Il centrale atalantino subirà di certo una punizione esemplare: «Se ne assumerà la responsabilità - conferma il tecnico nerazzurro - Non si possono creare precedenti: è vero che questo esame non c'è ogni giorno, ma ogni anno sì. Spero voglia continuare a giocare a calcio finquando vorrà, non ha l'impellenza di svolgere la professione di avvocato».

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