Il nuovo corso del Coni nazionale
decollò lo scorso anno a Bergamo

«Fu da Bergamo, con il convegno di febbraio del 2012, che partì la svolta giunta a compimento a Roma, con l'elezione di Giovanni Malagò a nuovo timoniere del Coni nazionale. È con soddisfazione che ora guardiamo al nuovo corso che va a cominciare»

«Fu da Bergamo, con il convegno di febbraio del 2012, che partì la svolta giunta a compimento a Roma, con l'elezione di Giovanni Malagò a nuovo timoniere del Coni nazionale. È con soddisfazione che ora guardiamo al nuovo corso che va a cominciare, con gli auguri di rito per un futuro che sia ricco di successi in nome dello sport».

«A Bergamo non usammo guanti di velluto nel denunciare le troppe carenze e gli evidenti limiti di una gestione centralistica, troppo romano-centrica. Allora, un anno fa, provammo la sensazione di aver perduto la battaglia contro la riforma Petrucci. Ora i fatti ci dicono che abbiamo però vinto la guerra e un grazie sento di doverlo esprimere, con riconoscenza, anche all'intelligente opera di Pierluigi Marzorati, sempre vicino al nostro Coni bergamasco e sempre convinto sostenitore della causa in cui crediamo, con una certa idea e con un forte ideale per lo sport vero. Lui, Marzorati, e molti presidenti provinciali e regionali del Coni».

«La votazione che ha fatto vincere Giovanni Malagò segna di fatto una netta sconfitta della linea Petrucci-Pagnozzi e della loro visione verticistica, ingessata, quando invece c'è bisogno di considerare la territorialità e di promuovere la diffusione dello sport in una prospettiva capillare, che esca dai Palazzi e scenda in campo nelle province, nei paesi. Qui c'è ancora, per fortuna, una visione genuina dello sport».

«La vittoria a sorpresa di Malagò fa una cesura con il passato e significa un cambiamento di registro dopo 16 lunghi anni di gestione a trazione fortemente centrale. Dico e ripeto che lo sport ha forte bisogno di privilegiare il fattore locale, la risorsa straordinaria del volontariato che lavora a costo zero - come ho fatto io stesso nei miei 16 anni di presidenza del Coni BG - ciò che si traduce in un risparmio di 170 milioni di euro solo sul piano bergamasco e in 1 miliardo e 600 milioni in Lombardia».

Mi auguro che il nuovo presidente Malagò riesca a esprimere il cambiamento e a mettere in atto i suoi propositi di rottamatore della vecchia impostazione, utilizzando anche parte dei 400 milioni di euro - che sono il bilancio del Coni - per le realtà locali. È ora che a Roma spendano meno e facciano dimagrire i costi per dare di più a chi opera e si prodiga nelle province, vera linfa dello sport. Malagò ha usato parole che mi piace fare e sentire come nostre: sport come traino del Paese in difficoltà, simbolo di speranza, coraggio, fiducia. Buon lavoro, Malagò!».

Valerio Bettoni

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