Pinotti, niente intervento alla spalla
«Nel 2013 punto tutto sulle crono»

Sul volto di Marco Pinotti è tornato il sorriso. Le ultime due settimane, dopo la caduta del 7 febbraio nella tappa a cronometro di Sète, al Giro del Mediterraneo, nel Sud della Francia, erano state piuttosto insonni. Nel 2013 punterà tutto sulla crono.

Sul volto di Marco Pinotti è tornato il sorriso. Le ultime due settimane, dopo la caduta del 7 febbraio nella tappa a cronometro di Sète, al Giro del Mediterraneo, nel Sud della Francia, erano state piuttosto insonni. La nuova frattura alla clavicola, sovrapposta a quella rimediata nella caduta dello scorso settembre al cronomondiale di Valkenburg, era fonte di legittima preoccupazione.

«Non tanto, o non soltanto, per la ferita in sé - spiega il corridore ingegnere di Osio Sotto - quanto per l'incertezza della terapia e della prognosi. Sulla diagnosi no, non c'erano dubbi: si trattava di una frattura nello stesso punto di quella precedente, che non aveva richiesto intervento, ma una semplice immobilizzazione. Soltanto che stavolta era un po' più brutta, perché uno dei due tronconi dell'osso spezzato era scomposto: non un taglio netto, insomma».

«Da qui l'incertezza su che cosa fare: intervento chirurgico per la riduzione della frattura, con conseguente stop di almeno quattro mesi, oppure semplice immobilizzazione per consentire ai due monconi di rinsaldarsi? Mi sono fatto vedere all'ospedale di Bergamo, poi ho mandato le lastre in America nel presidio ospedaliero cui s'appoggia il mio team (la Bmc, nda), infine ho sottoposto la questione anche al centro traumatologico dell'ospedale di Herentals, in Belgio, dove ero stato curato dopo la caduta di settembre. Da qui è arrivato il responso sicuro: la spalla andrà a posto da sola».

La prognosi, tutto sommato, è accettabile: Pinotti dovrà portare una fasciatura rigida per due-tre settimane, col classico braccio al collo, dopodiché, tempo un mesetto, potrà riprendere la bicicletta: «Già fra alcuni giorni tuttavia - precisa Marco - salirò sui rulli. Un quarto d'ora, non di più, perché non lo farò per allenamento, bensì per ascoltare le risposte del mio fisico proprio nei punti offesi dalla caduta sulle strade francesi. Non si dimentichi che, oltre alla spalla, mi sono rotto anche due costole: quelle, tuttavia, preoccupano di meno, anzi non preoccupano per niente, perché stanno andando a posto da sole e non fanno più male. Nel frattempo tornerò a gestirmi con rigore sotto il profilo dell'alimentazione, per evitare che l'inattività causi un sovrappeso, ma questo è il meno e poi ci sono abituato. L'importante è guarire bene».

La stagione, dunque, non è a rischio. Se sarà l'ultima, come aveva lasciato intendere lo stesso Pinotti lo scorso invero, oppure avrà un seguito è un fatto in questo momento secondario. Ciò che ora si impone è la sua riprogrammazione, necessaria dopo questo stop indesiderato. «I primi obiettivi che mi vengono in mente in questo momento - conclude il corridore - sono il campionato italiano a cronometro di fine giugno e quello mondiale che, fra l'altro, si disputerà in Toscana nel mese di settembre». Chiaro il disegno: riappropriarsi della maglia tricolore, finita nel 2012 sulle spalle di Cataldo, e puntare al podio iridato, negatogli l'anno scorso proprio dalla caduta.

Possibile, invece, la rinuncia a una grande corsa a tappe: l'idea-Giro era già stata accantonata, ora potrebbe saltare anche il Tour, non per le conseguenze della caduta ma per la scelta strategica di programmare al meglio il Mondiale. Intanto, a casa c'è un Pinotti felice: è il piccolo Davide che, per un mese, potrà avere il papà tutto per sé. E lunedì lo aiuterà a soffiare sulle 37 candeline della torta di compleanno. Auguri, Marchino.

Ildo Serantoni

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