Valter Bonacina più rilassato
«Col Milan partita durissima»

Il volto di Valter Bonacina è finalmente un po' più rilassato, anche se il tecnico ammette di essersela vista brutta, specialmente all'inizio: «A questo punto mi sento di dire che i miei ragazzi sentono un po' troppo queste partite».

Il volto di Valter Bonacina è finalmente un po' più rilassato, anche se il tecnico ammette di essersela vista brutta, specialmente all'inizio: «A questo punto mi sento di dire che i miei ragazzi sentono un po' troppo queste partite, poiché c'è successa la stessa cosa già capitata contro la Fiorentina. Siamo cioè partiti contratti e un po' impauriti, e così facendo il Milan c'ha messo in difficoltà sfiorando più volte il gol. In campionato non avevamo mai subito questi approcci negativi, evidentemente la posta in palio si fa sentire. Detto questo, però, devo riconoscere che i miei sono stati bravi a non perdere la bussola e a colpire alla prima occasione che si è presentata. A quel punto per noi il compito è divenuto più semplice, anche perché sapevamo di avere i mezzi per controllare la partita con la giusta attenzione. La palla gol concessa nel finale a Pinato è stata l'unica che il Milan ha avuto nella ripresa e questo lo interpreto come un segnale positivo. Abbiamo dovuto fare un po' di turnover in avanti perché Cais non stava benissimo e anche Varano era stanco. Del resto col rientro in pianta stabile di Mangni avevamo una freccia in più per agire di rimessa e quella scelta aveva una ragione d'essere. Ora ci attende un compito durissimo contro una squadra, la Lazio, che ha gente rapida, grintosa e di temperamento, nonché più abituata ad affrontare partite come queste. Ma noi ci sentiamo pronti e ce la giocheremo alla pari, ne sono certo».

La finale è invece per il secondo anno consecutivo l'Eldorado stregato del Milan di Aldo Dolcetti, che pure a fine gara si mostra sereno nonostante la delusione maturata sul campo: «Dispiace sempre perdere, il modo non conta, ma l'Atalanta ha meritato così come avremmo meritato di passare noi se avessimo segnato un gol in più di loro - spiega Dolcetti -. Il rammarico è legato alle occasioni avute e non sfruttate nel primo tempo. Sapevamo che se fossimo andati in svantaggio avremmo trovato un avversario schierato benissimo in campo che quando può agire di rimessa diventa ancora più forte. È un peccato, non c'è dubbio, ma nulla toglie al valore della stagione fatta da questi ragazzi. Ho notato una crescita costante e progressiva nel corso dell'annata e l'aver centrato una finale al Viareggio e un'altra semifinale scudetto è motivo di orgoglio e soddisfazione. C'abbiamo provato con tutte le nostre forze a rimettere in discussione il risultato, ma era veramente difficile segnare a questa Atalanta».

Poi un pensiero al futuro, che lo vedrà impegnato dietro la scrivania nel ruolo di coordinatore di tutti gli allenatori del settore giovanile. «Un impegno stimolante che mi affascina e mi permetterà di vedere una nuova prospettiva di carriera. Filippo Inzaghi, colui che prenderà il mio posto sulla panchina della Primavera, avrà comunque una buona base di partenza e questo è quello che conta. Magari il mio sarà solo un arrivederci alla panchina, ma intanto non vedo l'ora di cominciare questa nuova avventura».

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