Atalanta, barricate a Genova...
Oppure osare in avanti?

Da che calcio è calcio esistono i difensivisti e gli offensivisti. Scuole di pensiero, decisamente, contrapposte che spaccano in due addetti ai lavori e supporter di qualsivoglia squadra.

Tra gli allenatori ricordiamo due «opposti» per antonomasia: il «catenacciaro» Nereo Rocco di antica memoria e «l’attaccare a tutto campo» Zdenek Zeman.

Preambolo per addentrarci sul piano-partita che predisporrà Stefano Colantuono nell’intento di ritornare da Genova, il pomeriggio dell’ Epifania, con qualcosa di sostanzioso in saccoccia. In altre parole: optare per le classiche barricate oppure giocare alla pari con avversari dall’invidiabile e, per di più, favoriti anche dal fattore campo? Arduo ipotizzare in partenza le scelte del mister visto l’altalenarsi dei moduli sin qui adottati. I precedenti dicono che coniugando la prudenza ha fruttato i preziosi pareggi nelle trasferte di Torino, Sassuolo ed Empoli (tutte terminate 0-0) senza i quali saremmo terz’ultimi in compagnia del Cagliari. C’è, sicuramente, da prenderne atto ma dove si legge che osando maggiormente quei punti in palio non si sarebbero potuti moltiplicare o giu di lì?

Certo, il «fammi indovino e ti farò ricco» calza a pennello in questo ambito. Entrando nello specifico del match di «Marassi», sponda Genoa, si capirà subito scorrendo la formazione a quale strategia si affiderà l’allenatore atalantino. Se privilegerà al pronti-via l’accoppiata Bianchi-Denis, supportata in qualche modo, da Moralez sarà un’Atalanta votata al «colpaccio». Viceversa se giocherà una unica punta (Denis) più o meno affiancata dallo stesso Moralez assisteremo, con ogni probabilità, ad un’Atalanta formato «prima non prenderle». Fermo restando, in tal caso, che pure i centrocampisti arretreranno a dovere il baricentro a protezione del reparto arretrato.

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