Atalanta, Migliaccio annuncia il ritiro
«Lavorerò per la società, è un onore»
L’appuntamento del venerdì a Zingonia diventa tale quando - su richiesta - l’interlocutore è Giulio Migliaccio. Che non gioca mai, ma quando parla dice sempre qualcosa. Compreso quello che non vorresti mai sentire: «Sì, mi ritiro. Sto bene, sono integro, sono in serie A ormai da 13 anni. Poter scegliere di farlo è una grande vittoria. Non lo devi far decidere agli altri».
Certo, certo. Ma...
«Ti prepari a questi eventi, lo senti dentro che è il momento giusto, nell’ultimo anno ci ho pensato tanto. E considero naturale smettere qui: da atalantino ho cominciato in A, da atalantino è normale finire».
Ma lei a gennaio si poteva allungare di un paio d’anni la carriera...
«Sì, ma perdi la tua identità. Due anni di B, anche società ambiziose. Ci ho rinunciato: non sarebbe normale, non cerco rivalse, non penso all’ingaggio. E la mia decisione è dettata anche dal fatto che qui la società mi ha proposto un bel progetto a livello dirigenziale».
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Classe 1961, collaboratore de L’Eco di
Bergamo dal 1976 per il calcio provinciale, poi è diventato redattore,
caposervizio e dal 2011 inviato al seguito dell’Atalanta. Autore di tre volumi
dedicati alla storia del club nerazzurro (La storia dell’Atalanta, 2007 e
2017), è ideatore della collana di almanacchi dedicata al calcio bergamasco e
l’autore dei primi 30 volumi (1984-2014). Scrive di Atalanta per L’Eco di
Bergamo ininterrottamente dal 1987.
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