Atalanta, tirare in ballo lo scudetto?
Dal gioco e dai numeri perché no

Venti punti e 28 gol realizzati fanno sognare: dopo la sfida con l’Udinese parlare di scudetto non sa più di presa in giro.

Fino un mese fa (o poco meno) affiancare il termine scudetto all’Atalanta aveva di una presa in giro esponenziale. Domenica 27 ottobre all’uscita dallo stadio, dopo il pirotecnico 7-1 rifilato all’impotente Udinese, erano parecchi i tifosi alle prese con i calcoli riguardanti la vetta della classifica. C’è chi ricordava che nell’ultimo campionato la Juventus si era laureata di nuovo campione d’Italia collezionando 90 punti. Bene, fino adesso l’Atalanta che ne ha totalizzati 20 è in perfetta media (fate i conti). Altra cifra stupefacente è rappresentata dai 28 gol realizzati con il secondo posto nella graduatoria dei bomber firmato Muriel (8) che precede il connazionale Zapata (6). Ma non sono unicamente i pur eloquenti numeri a indurre a sognare il popolo atalantino.

È dall’inizio del torneo che il Papu e soci blindano l’attenzione generale degli amanti del calcio spettacolare per ciò che offrono praticamente su ogni angolo erboso sia in casa sia fuori. Ossessionante la fame cannibalesca di cui dispongono. Il punteggio tennistico contro l’undici friulano costituisce la certificazione più incontrovertibile. Che importa se a distanza di tre giorni il calendario propone l’insidiosa trasferta di Napoli proprio contro la contendente piazzata subito dietro, distanziata di tre lunghezze? Altre squadre sarebbero state tentate a tirare il freno a mano dopo il quarto e quinto gol all’Udinese. Niente affatto visto che sino al triplice fischio di chiusura dell’arbitro Maresca, Gian Piero Gasperini ancora instancabile in piedi alla panchina sbraitava al pari di un mister che stava perdendo. Robe da «pazzi» o meglio da Atalanta. E non aggiungiamo altro...

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