Atalanta, un anno fa Colantuono
venne sostituito con Edy Reja

Non esiste molta differenza, cifre alla mano, tra la situazione di oggi e quella di un anno fa in casa atalantina. A inizio marzo 2015 i nerazzurri vantavano 3 lunghezze sul terzultimo Cagliari (poi retrocesso).

Adesso sono quattro quelle che li separano dal Frosinone, in piena zona rossa. Sempre dodici mesi fa, la precaria posizione costò la panchina a Stefano Colantuono, l’indomani della quarta sconfitta di fila (in casa contro la Sampdoria).

Doverosa la certificata premessa che porta subito dopo a chiedersi se, con lo 0-2 di domenica con la Juventus, anche Reja corre rischi più o meno consistenti. Una cosa è, presumibilmente, certa: alla proprietà e alla dirigenza riflessioni in materia sono da ritenersi obbligate.

Vero è che un risultato negativo contro i primi della classe poteva essere messo in bilancio. Ma ad aggravare il tutto è stata la netta vittoria del Frosinone sull’Udinese (guarda un po’ sul team di Colantuono) in virtù della quale ha avvicinato in maniera concreta proprio i nerazzurri oltre che il Palermo.

A suonare, ulteriormente, il campanello d’allarme a Zingonia sono i tre interminabili mesi di digiuno con il successo e nel mezzo la conquista della miseria di sei pareggi. Altri aspetti che non inducono all’ottimismo sono il litigio con il gol e il rendimento degli ultimi arrivati, Borriello e Diamanti, dai quali ci si aspettava ben altro rendimento.

Un bilancio, insomma, da mettere in guardia chiunque. Ma possiamo contare o no su elementi da bicchiere mezzo pieno? Tirando in ballo di nuovo Colantuono va ricordato che la sua gestione di fine rapporto evidenziava, a detta di parecchi, una difficoltà di dialogo con alcuni componenti del gruppo. Problemi che non sembrano appartenere al suo successore. E ciò non è affatto da sottovalutare.

Arturo Zambaldo

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