Brasile, l’Italia debutta a Manaus
Gara a mezzanotte con l’Inghilterra

Finalmente si gioca. Si fa per dire, si gioca. A mezzanotte Inghilterra-Italia nel cuore dell’Amazzonia, la sfida tra cinque titoli mondiali (4 a 1 per noi...) tra gli inventori del calcio e noi che l’abbiamo migliorato, ridotta a una lotta tra furbi: avrà la meglio chi saprà dosare meglio le energie.

Finalmente si gioca. Si fa per dire, si gioca. A mezzanotte Inghilterra-Italia nel cuore dell’Amazzonia, la sfida tra cinque titoli mondiali (4 a 1 per noi...) tra gli inventori del calcio e noi che l’abbiamo migliorato, ridotta a una lotta tra furbi: avrà la meglio chi saprà dosare meglio le energie.

Perché si gioca a Manaus, capitale della foresta: sono previsti più di 30 gradi con un tasso d’umidità all’80%. E il campo di gioco sarà al limite della praticabilità. Tutti hanno detto che non c’è problema perché sarà brutto per tutti, nessuno ha sottolineato che è troppo brutto per il calcio. Lì l’erba cresce anche in orizzontale, non solo in verticale. S’ispessisce. Lì da tre giorni gira una voce strana: il campo sarebbe stato colorato di verde (e l’arbitro, per fissare a terra la posizione della barriera, userà a sua volta uno spray bianco...).

In queste condizioni ambientali la Fifa ha previsto la possibilità di un intervallo aggiuntivo di tre minuti dopo mezzora di ogni tempo. Ma non basterà di certo questo per ripristinare condizioni normali. Ieri il fuoriclasse brasiliano Rivelino, leggendario campione del mondo a Messico 70, ha detto: «A Manaus non serve correre. Esci dallo spogliatoio e hai già con la maglia sudata fradicia».

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 14 giugno 2014

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