Domenica c’è l’Inter da frenare:
Atalanta prudente o spavalda?

Atalanta prudente o sbarazzina quella che vedremo a Bergamo, domenica, contro l’Inter? Dipende, in partenza, dagli obiettivi.

Se si rincorre il pareggio non si dovrà andare allo sbaraglio. Se, invece, si invocherà la conquista dell’intera posta in palio allora rischiare diventerà un rigoroso obbligo. La classifica non aiuta a scegliere.

Se si fosse affamati all’eccesso non ci sarebbe altra alternativa se non quella di vincere. Per fortuna, però, al momento attuale i nerazzurri possono vantare un paracadute di cinque lunghezze rispetto al terz’ultimo Cagliari.

In altre parole accontentarsi della suddivisione dei punti rientrerebbe nella piena logica. Portando avanti questo discorso ne deriverebbe un accorgimento tattico, pressoché, scontato: massima copertura dietro; rinfoltimento a centrocampo e via libera alle ripartenze o se si preferisce ai contropiedi.

Con un simile piano-partita preferibile privilegiare un’unica punta appoggiata, magari, da un trequartista. Al riguardo facile mettere gli occhi più su Pinilla che su un Denis, sotto tono anche domenica a Firenze. A Moralez il ruolo di agire alle spalle dell’attaccante cileno.

I quattro operativi nella zona nevralgica del terreno di gioco potrebbero risultare in ordine sparso Gomez, Carmona, Baselli e Zappacosta (il migliore contro i toscani). In panchina, dunque, gli illustri Cigarini ed Emanuelson, entrambi con le orecchie ben tese per rispondere alla chiamata del mister a partita in corso.

Nel reparto arretrato molto probabile il rientro di Biava a fianco di Stendardo come copia di centrali e Benalouane e Masiello o capitan Bellini sulle due fasce. Uno scacchiere, questo, sulla carta guardingo che tiene pure conto della potenzialità, quanto meno virtuale, dell’avversaria di turno. Una Inter, dopo tutto, reduce dal rivitalizzante 3-0 inflitto al rispettabile Palermo.

Poi si sanno le sorprese che riserva spesso e volentieri il pallone: imposti una partita sulla difensiva e vinci; viceversa decidi di avanzare a più non posso il baricentro e ne prendi una caterva. Ricordare di tanto in tanto il “fammi indovino e ti farò ricco” ci può stare.

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