La scelta di Denis: Bergamo a vita
«Stupito per 3 gol che ho sbagliato»

Bergamo a vita. Il dolce vien sempre alla fine, e l’intervista di fine stagione a German Denis non fa eccezione. Dopo il bilancio personale e della squadra, il bomber guarda al futuro e stupisce: «Atalanta per sempre? Non lo so, ma so che qui a Bergamo resterò a vivere».

Bergamo a vita. Il dolce vien sempre alla fine, e l’intervista di fine stagione a German Denis non fa eccezione. Dopo il bilancio personale e della squadra, il bomber guarda al futuro e stupisce: «Atalanta per sempre? Non lo so, ma so che qui a Bergamo resterò a vivere a fine carriera, se l’Argentina continua così... Stupiti? Purtroppo nel mio paese oggi c’è tanta delinquenza... E Bergamo mi ha adottato, è a misura d’uomo, la mia famiglia qui si trova benissimo».

E suo figlio, quello che le porta fortuna, ha un imbarazzante accento bergamasco...

«Matias parla bergamasco, dice “pòta”, io lo voglio in campo dietro la porta avversaria perché mi porta fortuna e lui vuole andare in curva... a tifare...».

Quindi Atalanta a vita.

«Ho altri tre anni di contratto, se non mi mandano via...».

Facciamo un gioco: se arriva l’Atletico Madrid e le propone di andarci come terza punta?

«Questo non è un gioco, è il mondo delle favole».

E allora restiamo alla realtà: il suo bilancio stagionale?

«Io credo di aver giocato meglio dell’anno scorso, ma segnando meno gol...».

Approfondiamo.

«Nella stagione scorsa ho attraversato momenti difficili sul piano del rendimento, ho avuto anche problemi fisici. Ma sono arrivato a quota 15. Quest’anno sono stato meglio, a parte il calo fisico normale che succede a tutti in una stagione, credo di aver dato il mio contributo alla squadra».

Ma siamo a 13 gol.

«E io so perfettamente che ho sbagliato gol che nelle due stagioni precedenti avrei segnato. E non mi riferisco al rigore sbagliato col Genoa, ma ad azioni di gioco. Sul campo del Toro, col Genoa, col Verona. Errori inusuali, che mi hanno stupito. Sarei a 15-16 gol...».

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 17 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA