Lavarini: «La Foppa è in crescita
Possiamo essere competitivi»

Alla vigilia del girone di ritorno non manca l’occasione di dare uno sguardo al recente passato. Inevitabile. Un rapido bilancio di ciò che è stato nei primi mesi di stagione, gli ultimi del 2015, prima di riprendere la corsa all’avvio del 2016.

L’occasione si presenta con Stefano Lavarini: il tecnico della Foppapedretti, prima di proiettarsi verso la sfida con Conegliano si guarda indietro e rivive le prime quattordici giornate di regular season, tra momenti altalenanti e una fine d’anno in crescendo.

«Eravamo consapevoli che la nostra era una squadra nuova e dovevamo trovare la nostra identità - racconta in un’intervista pubblicata sul canale YouTube Foppapedretti VolleyBergamo - Siamo stati bravi a rimanere tutti concentrati nei primi momenti di difficoltà grossa per trovare un finale di girone di andata in crescendo. Una crescita che, se confermata, fa ben sperare per la nostra competitività».

È l’occasione di spiegare come si è arrivati ad un sistema di ricezione diverso dal solito:«Quando abbiamo costruito la squadra abbiamo considerato la possibilità di adottare la ricezione a due. L’abbiamo tenuta allenata sin dall’inizio cercando di adottare nelle prime gare un sistema di ricezione più solito. Non si tratta di qualcosa di nuovo, si tratta di un adattamento che altre squadre hanno fatto in passato o che altre stanno utilizzando adesso. Soprattutto con ricevitori bravi, esperti, con un ottimo potenziale in fase di ricezione, si può pensare di adottarla per ovviare a qualche carenza.

«Siamo partiti con l’idea che quella avrebbe potuto essere la nostra soluzione e in verità l’abbiamo utilizzata praticamente da subito, soprattutto nelle occasioni in cui giocava Celeste. A un certo punto abbiamo visto che necessitavamo sempre più di questa soluzione: allora il cambiamento più grosso è stato quello della disposizione degli schiacciatori fondamentalmente, perché prima partivamo con gli schiacciatori invertiti rispetto a come abbiamo giocato nel finale di andata e questo ci dava un po’ più di equilibrio potenzialmente, soprattutto se tutti i ricevitori avessero dovuto ricevere. Nel momento in cui un ricevitore aveva molto meno spazio da dover gestire in quel fondamentale, abbiamo pensato di equilibrare diversamente il gioco, specializzando per quando riguarda la fase offensiva un attaccante e per quanto riguarda la fase di ricezione un altro».

La lunga sosta natalizia a cosa è servita? «Abbiamo fatto un richiamo di forza per cercare di incamerare lavoro fisico per poterci permettere di affrontare questa seconda parte di stagione nel miglior modo possibile. Le più giovani hanno anche continuato un importante percorso tecnico individuale»

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