«Michela, i sogni e l’ukulele sul set»
Il backstage del film sulla snowboarder

I concerti di ukelele, la determinazione dopo l’infortunio, le persone d’oro vicino a Michela Moioli. La sceneggiatrice Sara Beltrame racconta il dietro le quinte del documentario sulla sciatrice bergamasca: in fondo all’articolo l’audio.

I concerti di ukelele sul set, il sogno delle Olimpiadi raggiunto con tanta grinta ma anche grazie a delle persone speciali sulla sua strada, la grande capacità di vivere ad altissimi livelli di agonismo e allo stesso tempo restare la ragazza della porta accanto. Così Sara Beltrame, la sceneggiatrice del docu film sulla campionessa olimpionica Michela Moioli, racconta Michela dietro le quinte del documentario di cui è protagonista.

Ventisei minuti per raccontare una campionessa, una ragazza alle prese con gare, sconfitte, sogni, incontri speciali di una vita sullo snow board. Ventisei minuti in cui concentrare il lavoro durato mesi, 11 ore di girato, di ricerca di personaggi, luoghi, di riprese e post produzione.

Sara Beltrame, scrittrice, giornalista e sceneggiatrice di Treviso, ora trasferita a Barcellona, in passato anche collaboratrice de «L’Eco di Bergamo», racconta Michela Moioli sul set. «Conservo dei video girati con il cellulare di Michela sulla tavola da snow fermata dalla polizia in qualche strada di montagna mentre gira un ciak inseguita da una intera troupe - rivela la sceneggiatrice – o i concerti di ukelele improvvisati insieme con il regista».

«Conservo la sensazione molto limpida che i personaggi che intervengono nella storia hanno contribuito a fare di Michela la campionessa che ha vinto le Olimpiadi con quell’ultimo salto che sembra proprio un volo» rivela Sara Beltrame. «Un sogno raggiunto attraverso tutte le persone che hanno contribuito a formarla e portarla a vincere. Questa cosa si respirava sul set, dagli allenatori, alla psicologa, a chi le ha insegnato il piacere di stare in pista al di là delle pressioni e questo cerchio che si chiude dopo l’infortunio di trovare il gusto di gareggiare al di là di un obiettivo concreto. Il piacere nel viaggio più che nella meta. Io l’ho percepita fin da subito».

Beltrame descrive Michela come «una persona giovane, con un’idea chiara in testa, andata oltre gli ostacoli in modo fermo e propositivo, capace di gestire la pressione ad alti livelli mantenendo un equilibrio con la vita di adolescente. Un gioco da campionessa, lei ha la stoffa».

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Ascolta l’audio della sceneggiatrice Sara Beltrame