Oggi il giudice deciderà su Denis
E la Nord si schiera con il bomber

Con sole 6 giornate da disputare, il campionato di German Denis rischia di chiudersi qui: lo si saprà oggi con la decisione del giudice sportivo.

Nell’attesa la Curva Nord si schiera senza se e senza ma con il bomber argentino, con tanto di striscione comparso a Zingonia. Ma cosa può attendersi oggi la società nerazzurra e soprattutto l’attaccante argentino? Non sapendo cosa contiene il referto arbitrale né cosa hanno visto gli ispettori federali presenti allo stadio, possiamo solo fare delle congetture prendendo a riferimento altri casi incresciosi. Numerose sono le analogie con lo scontro tra Marco Materazzi e Bruno Cirillo di 11 anni fa: il 1° febbraio 2004 a San Siro si affrontavano l’Inter e il Siena. Pur squalificato, Matrix era a bordo campo (per questo l’Inter fu multata di 5mila euro): ne approfittò per canzonare ripetutamente il bianconero, in difficoltà contro gli interisti.

A fine partita Cirillo replicò con frasi ingiuriose e Materazzi si vendicò spaccandogli il labbro con un pugno: «Un atto di violenza gratuita» e anche «un gesto che poteva cagionare conseguenze lesive ancora più serie», poiché Materazzi «portava al dito due fedi di grosse dimensioni» scrisse il giudice sportivo Maurizio Laudi nella sentenza con cui lo squalificò fino al 29 marzo, Coppa Italia inclusa. Peraltro Laudi sottolineò che l’atto fu «commesso al di fuori del contesto agonistico, senza la giustificazione dello stress psicofisico». Elemento che invece potrebbe costituire un’attenuante per Denis.

Simile la violenza del novembre 1996, al termine della sfida Porto-Milan di Champions League. George Weah, infuriato, rifilò una testata a Jorge Costa, reo di una tacchettata al ginocchio durante le battute finali della gara. La frattura del setto nasale del difensore costò al milanista una squalifica di 6 turni da parte dell’Uefa. In quel caso risultò decisivo il rapporto del quarto uomo, unico testimone dello scontro.

Furono invece 9 le giornate di stop incassate da Dino Panzanato nel gennaio 1968: lo stopper napoletano venne steso in campo da un pugno di Sandro Salvadore (4 turni di squalifica). Rialzatosi, pur con un labbro rotto, Panzanato gliene rifilò due. L’arbitro cacciò entrambi ma nel rientrare negli spogliatoi il napoletano aggredì nuovamente Salvadore.

Scendendo di categoria le violenze hanno assunto toni più drammatici, fino alla tristemente nota aggressione del 19 novembre 2000 a Como. Negli spogliatoi, dopo la partita con il Modena, in cui era stato espulso, Massimiliano Ferrigno colpì con un pugno l’ex compagno Francesco Bertolotti. Finito in coma, il modenese ne uscì dopo una settimana e grazie a un intervento chirurgico ma non tornò più a giocare. Anche per questa ragione Ferrigno fu squalificato fino al 31 dicembre 2003.

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