Padoin di scena al Tennis Vip:
un po' di scudetto è dell'Atalanta

«In questo mio scudetto c'è molta Atalanta. E chissà che non torni a Bergamo: vorrei chiudere la carriera qui». Simone Padoin aveva bluffato, il Padoin tennista, s'intende. Sullo stato di forma della sua racchetta e sulla qualità del doppio con Raimondi.

«In questo mio scudetto c'è molta Atalanta. E chissà che non torni a Bergamo: vorrei chiudere la carriera qui». Simone Padoin aveva bluffato, il Padoin tennista, s'intende. Sullo stato di forma della sua racchetta e sulla qualità del doppio con Cristian Raimondi, che Padoin tiene nell'ombra come la sua Juventus scudettata in avvio di stagione.

Ma prima di mordere le caviglie del malcapitato Gianluca Cotroneo in singolare (9-6) e di bissare con Raimondi in doppio, Padoin al sole di Cividino aveva aperto il cuore e in fondo ritrovato palpiti atalantini. «C'è molta Atalanta nel mio pezzo di scudetto. Solo per una grande avrei lasciato Bergamo e così è stato ma l'Atalanta grande lo è stata sul campo: ha fatto un campionato da Europa League ed è come se anche Bergamo avesse vinto lo scudetto. Diciamo che io ne ho vinti due, perché Bergamo è casa mia e l'Atalanta è stata decisiva per la mia carriera».

Juventino di maglia, atalantino di pelle, Padoin è miele sulla stagione nerazzurra. Su Colantuono, decisivo come il Conte bianconero «trasformato rispetto ai tempi intransigenti di Bergamo, sia nel modulo, sia nello spogliatoio»; sul senso di Scommessopoli, «perché l'Atalanta ha pagato ma ora è giusto che paghino anche gli altri»; in fondo sulle proprie radici nerazzurre, «quattro anni magnifici e sono felice che Prandelli abbia invitato Favini agli Europei».

Già, gli Europei. Ci andranno Pirlo e Marchisio, «mostri, per questo non sono deluso del mio impiego», potrebbero andarci Giaccherini, Verratti, soprattutto Cigarini e Schelotto. Non Padoin. Rimpianti? «Nessuno. Non è vero che giocando poco con la Juve ho perso la chance azzurra, agli Europei non ci sarei andato lo stesso, ma io sogno la Champions».

E un ritorno a casa. «All'Atalanta tra 2-3 anni: prima vinco qualcosa con la Juve, poi torno”. E via a prendere a racchettate una pallina, «perché il Vip è amicizia e l'occasione per dare una mano a chi è meno fortunato di noi», sorride cuore d'oro Padoin sotto gli occhi di Raimondi e dello spettatore d'eccezione Capelli, arrivato «per vedere Raimondi tennista».

Meglio sulla fascia laterale di un campo verde, aveva ammesso il diretto interessato, confidando nei polmoni scudettati di Padoin. Missione compiuta, ma quella della prossima Atalanta, ringhia già Raimondi, richiederà l'ennesima impresa. «L'Europa sarebbe un sogno ma ripeterci l'anno prossimo sarà difficilissimo, per questo non voglio pensare al calcioscommesse: noi abbiamo già dato».

Quanto avrà la Nazionale («Con Schelotto e Cigarini? Speriamo») dagli Europei sarà parecchio, forse tutto, sorride Raimondi, prima che una tempesta trasformi il torneo in un rodeo al coperto con atmosfere siberiane.

Nel quale Antonino Bernardini, già professore del centrocampo dell'Atalanta, fa inforcare il duo delle nevi Ghedina-Runggaldier e Fabio Gallo non ha più la forza di cantare dopo aver perso la battaglia al terzo set con Bellini (Vincenzo, non Gianpaolo). L'Italsci si consola con la sfida del testimone tra la maestra Bibiana Perez e l'apprendista allieva Michela Azzola e giovedì attende Daniela Merighetti, signora in Coppa del Mondo a Cortina. Sarà l'ennesimo fiocco nel cielo del Vip.

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