Parla Percassi: «Rinforzi stile de Roon
Europa? Pensiamo allo stadio e al gioco»

Centroclassifica, squadra d’attacco con Reja, nuovi investimenti per stadio e Zingonia, valorizzazione dei giovani in un’Atalanta di respiro internazionale e con i 3-4 esperti a guidare il gruppo.

Più che la consueta intervista di Natale, Antonio Percassi questa volta stila una sorta di manifesto programmatico. Più che l’abituale punto della situazione quasi a metà campionato, il presidente propone un viaggio di medio periodo verso obiettivi ambiziosi.Il presidente dell’Atalanta è quasi a metà strada, nel viaggio verso le dieci salvezze consecutive in A che a inizio gestione aveva indicato come fondamentali per la crescita societaria. La prossima, quella per cui si sta giocando, sarà la quinta. Risultato che a Bergamo manca da 23 anni, e che l’Atalanta ha centrato una sola volta dal 1968 a oggi. Nel quartier generale di via Paglia i gesti scaramantici si sprecano, poi Percassi comincia dal campionato. «Sono dispiaciuto per le ultime due sconfitte - dice il presidente -, ma il momento resta… interessante».

Interessante, presidente? «Sì, mi piace definirlo così. E lo è per due motivi. Primo l’obiettivo dell’estate era arrivare a Natale con 5-6 punti di vantaggio sulla zona retrocessione e noi siamo a +10: il risultato è nettamente superiore alle attese. Secondo questo risultato è stato raggiunto facendo un bel calcio». A Bergamo sta cambiando tutto.«In passato abbiamo giocato grandi partite e raggiunto risultati straordinari. Ma questo è un cambio di atteggiamento, di filosofia. Vedo un calcio che riempie il cuore di speranza, che diverte i tifosi».

Tutti avanti, aggressività. Sembra lo spirito dei Percassi... «Sì, ci assomiglia. Adesso a Zingonia si respira un’aria diversa, a tutti i livelli. Società, spogliatoio, vivaio. Ringrazio Sartori, il d.g. Umberto Marino e soprattutto mio figlio Luca per il lavoro che stanno facendo. Questo clima è un punto di partenza fondamentale, proseguiremo su questa strada: consolidamento della squadra e avanti con ulteriori investimenti strutturali».

Intende dire nello stadio? «Anche. Ma non solo. Zingonia è in evoluzione, tra il centro e lo stadio abbiamo già investito circa 15 milioni che nel medio periodo potrebbero salire fino a circa 40, se tutto andrà come ci auguriamo».

Cioè stadio ristrutturato e nuova sede del vivaio a Zingonia? «Zingonia è il nostro fiore all’occhiello. Chi viene in visita resta colpito, poi giocatori, dirigenti e procuratori si parlano, quando proponi l’Atalanta ti dicono: “Ah, il vostro centro…”. Lo miglioreremo ancora».

E lo stadio come ciliegina. «Stiamo aspettando il Comune, abbiamo le idee ben chiare. Ma sono necessarie due premesse. Primo abbiamo un coinquilino, e l’AlbinoLeffe immagino farà la sua offerta. Secondo lo stadio dovrà avere una valutazione iniziale congrua, dalla quale comunque detrarre i cinque milioni di interventi che già abbiamo fatto».

Eccoci alla sostanza: questione di soldi. Perché l’Atalanta comunque non ha garanzie da offrire, serviranno quelle dei Percassi. «L’intervento dovrà essere economicamente sostenibile, altrimenti diventa insensato. E per 22-23 mila posti un costo totale di 25 milioni è già a soglia…».

Ma i tempi di realizzazione? «Tre anni da quando si comincia: la prossima estate se tutto fila liscio, estate 2017 in caso contrario. Impossibile partire a stagione in corso. Ma c’è anche l’AlbinoLeffe…».

Ma un accordo con l’AlbinoLeffe affinché diventi società satellite dell’Atalanta è proprio impossibile? «Abbiamo valutato e per noi sarebbe anche una soluzione ideale. Abbiamo 40 ragazzi in giro per l’Italia, non sempre giocano. Ma non si trova la via…».

Torniamo alla squadra. Si guardi indietro. «A Roma e col Milan le partite migliori, quella con il Chievo la vorrei rigiocare, col Toro non era il giorno giusto. Complimenti a Reja per come sta cambiando la squadra, al suo secondo Bollini e a tutto lo staff».

Quindi Reja resterà all’Atalanta? «Non lo possiamo dire a dicembre. Ma vado a logica: s’è creato un ambiente bellissimo, il rapporto con lui è splendido, i tifosi sono soddisfatti perché la squadra diverte e fa punti. Io dico che solo una catastrofe potrebbe cambiare le cose».

Chiaro. Però Reja dice: datemi una mano a trovare continuità. Il suo parere? «Concordo con la ricerca della continuità. Questa squadra ha fatto bene con le grandi, ma sbagliato un tempo a Bologna e a Chievo. Significa che le potenzialità ci sono, quindi è una questione mentale. Io conto molto sul mister…».

E il mister aspetta il mercato. «Sartori è in movimento, quindi io sono tranquillo. Ma dobbiamo cambiare le attese dei tifosi, adesso il mercato dell’Atalanta è diverso. Tranquilli che inseriremo giocatori nuovi, ma puntiamo su un de Roon, per rendere l’idea. Non servono nomi eclatanti con costi eccessivi».

Arriveranno giocatori che solo gli addetti ai lavori conoscono. «Giocatori dell’età giusta, 23-24 anni, con caratteristiche da Atalanta. Cioè con tanta fame, con voglia di imporsi in questo calcio. E in prestito, per valutarli da qui a maggio, a cifre di riscatto già determinate. Ci va bene pagarli di più pur di verificare prima se sono da Atalanta».

Ma se partisse qualcuno? Sa, i big… «No guardi, i big restano a Bergamo. A meno che non arrivi l’offerta folle, a gennaio nessuna cessione eccellente».

Permetta: offerta folle, non come per Baselli e Zappacosta... «Resto della mia idea. Abbiamo incassato bene per quel momento. E adesso io tengo Grassi e de Roon. Anche lei, credo...».

Colpito. Ma se partisse qualche altro componente la rosa? « I nostri giovani li vogliono tutti, può darsi che qualcuno vada a giocare. Se invece si dovesse muovere qualche altro giocatore sarà sostituito. Magari con uno scambio».

A prescindere dai due nuovi? «A prescindere dai nuovi, certo. Questi sono inserimenti per il futuro. Ma non ci vogliamo indebolire, questo è un campionato così equilibrato che tutti lo considerano rischiosissimo. E restare in serie A è prioritario. Tranquilli che non ci indeboliremo».

Presidente, lei ci tranquillizza. Ma all’Europa non pensa mai? «Gli Europei li guarderò a giugno… L’Atalanta deve pensare al medio periodo. In serie A, con questo tipo di gioco, in uno stadio suo. Con i ragazzi del vivaio da valorizzare e investimenti nel mondo: De Roon, Toloi…».

Scusi, le vanno bene 27 punti per fine andata? «Firmo subito. Firmo se mi garantisce che ci ripetiamo nel ritorno: Atalanta a 54 punti».

Mai successo. E a lei non è mai successo di non perdere con la Juventus. Nel ritorno arriverà a Bergamo. Prima l’Inter, poi la Juventus. Cosa darebbe, per non perdere? «Se non perdiamo con Inter e Juve vado a piedi da Zingonia a Sotto il Monte, da Papa Giovanni. Però viene anche lei...».

Vengo, presidente. Ma guardi che questo voto tra gli atalantini lo faranno in tanti…«Bene, e allora ci andremo tutti insieme. Se non perdiamo in casa con Inter e Juve a fine stagione si va in pellegrinaggio a Sotto il Monte. Affare fatto».

Nella stagione scorsa 54 punti avrebbero fruttato il 9° posto finale. «Sarei felicissimo se arrivassimo nelle prime dieci».

Non nelle prime otto? «Sarebbe come vincere lo scudetto».

Non le spiace essere uscito dalla Coppa Italia? «Mi spiace, ma non mi fascio la testa. Nella nostra parte del tabellone c’erano Lazio, Juve, Napoli e Inter. Improponibile».Presidente, Natale al caldo?«Sì, al caldo della mia famiglia. Praticamente faremo tre giorni tutti insieme, proprio tutti. Sarà un Natale speciale, specialissimo. È quello che auguro a tutti, con un abbraccio: buone feste. E sempre forza Atalanta... ».

Pietro Serina

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