Scritte contro Elio Corbani
S’insulta la storia dell’Atalanta

In questi giorni è «comparsa» una scritta - rimossa nel corso della giornata di venerdì - sul muro di cinta della casa di Elio Corbani. Una scritta che non riportiamo, ma i lettori possono facilmente immaginarne il tono. Non erano complimenti, ma pesanti e irripetibili insulti.

In questi giorni è «comparsa» una scritta - rimossa nel corso della giornata di venerdì - sul muro di cinta della casa di Elio Corbani. Una scritta che non riportiamo, ma i lettori possono facilmente immaginarne il tono. Non erano complimenti, ma pesanti e irripetibili insulti.

Riportiamo però una «firma», comparsa lì a pochi metri: «Ultras Atalanta». Qualsiasi messaggio di questo genere, rivolto contro chicchessia, è indecente. Ma è tanto più indecente un messaggio rivolto a Elio Corbani.

Chiunque voglia bene all’Atalanta non può tacere di fronte a questo fatto. Sì, chiunque voglia bene non tanto o non solo a Elio Corbani, ma all’Atalanta. Perché Corbani - lo ha dimostrato la stessa società quando ha ritirato la maglia numero 80 come regalo di compleanno a Elio - è parte della storia di questa squadra.

L’ha raccontata, l’ha vissuta, l’ha sofferta e l’ha goduta. Le sue radiocronache non sono incancellabili nelle orecchie dei bergamaschi soltanto per quell’urlo straripante di gioia che tutti conosciamo, ma perché in quei 90 minuti c’era tutta la passione del suo sangue nerazzurro. Perché ci ha regalato emozioni parlate e competenza scritta.

Per questo senso di rispetto e gratitudine non permettiamo a nessuno di minare la serenità di Corbani, che ha la sola «colpa», agli occhi del tribunale militare della Nord, di aver elogiato in tv chi due domeniche fa ha risposto col coro «scemi scemi» ai lanciatori di bombe carta che hanno ferito un cameraman e provocato una stangata da 30 mila euro alla (silente) società nerazzurra.

Scritte ce n’è tante, in giro. Ma scrivere sotto casa è solo da energumeni da bomboletta. È il gesto infido di chi si fa scudo dell’anonimato per intimidire il primo tifoso atalantino, sperando che metta freno alla sua libertà di pensiero e parola. Lui nemmeno avrebbe voluto questo articolo. Ma difendendo la sua libertà si difende quella di tutti, anche quella dell’Atalanta e di chi è orgoglioso di questa maglia ma non intende accodarsi a certi metodi cari ai film di coppola e lupara. Ecco perché da qui parte un grande abbraccio a Elio Corbani, nella speranza che non resti il solo.
Ro. Be.

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