Serie A, sono i cinque giorni decisivi
Ora c’è lo scoglio dei diritti televisivi

In serata è spuntata l’ipotesi che la serie A riparta con i 4 recuperi da giocare, tra cui Atalanta-Sassuolo, il 13 e 14 giugno. Con il 27° turno (Atalanta-Lazio) tutto da giocare mercoledì 17.

L’alternativa è l’inversione di date, per garantire la ripresa col botto: 10 partite, la serie A al completo, il 13 e 14 giugno; i 4 recuperi mercoledì 17. A meno che dopodomani dal Governo non arrivi l’obbligo di cominciare il 20 giugno.Per il resto ieri il conto alla rovescia verso la ripresa del calcio italiano ha aperto i 5 giorni decisivi preparandosi al Consiglio di Lega di oggi.

I vertici delle squadre di A (l’ad nerazzurro Luca Percassi ne fa parte) hanno all’ordine del giorno i diritti tv. Bisogna decidere come muoversi dopo il mancato versamento dell’ultima rata da parte di Sky e Dazn. Si tratta dei 220 milioni non pagati dalle due emittenti il 2 maggio scorso in attesa delle decisioni sulla ripresa del campionato. In Lega c’è chi vuole chiedere subito il decreto ingiuntivo e chi invece preferirebbe aspettare la ripresa della stagione e incassare a giugno. La questione non è di poco conto perché i club di A hanno (quasi tutti) già scontato il loro credito in banca per ottenere liquidità. E se non arriveranno i pagamenti dalle tv servirà la copertura dagli azionisti. Quindi dai presidenti.

L’altro tema di oggi è la richiesta/auspicio del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora di poter trasmettere le gare di serie A in chiaro per evitare problemi con i tifosi che resteranno fuori dagli stadi. Il ministro aveva citato come esempio la Bundesliga, ma ha... sbagliato strada. Dopo aver trasmesso in chiaro alcune gare dei primi due turni giocati, infatti, da oggi la Bundesliga tornerà a pagamento. E la Lega è poco disponibile alle gare in chiaro per non rischiare di perdere quella quota di diritti tv che già le emittenti non hanno pagato.

Mercoledì 27 il Cts, giovedì 28 la decisione

La settimana proseguirà poi domani con il parere del Comitato tecnico scientifico sulla proposta di protocollo inviata domenica dalla Figc per la gestione delle gare. E naturalmente il calcio aspetta il parere favorevole per poi confrontarsi, dopodomani, giovedì 28, con il Governo. Il presidente della Figc Gabriele Gravina conta di ottenere il via libero dal ministro Spadafora. Se il protocollo sarà accettato resta da decidere se si giocherà dal 13 o dal 20 giugno. Il giorno dopo ancora, venerdì 29, si dovrebbe infine tenere un’assemblea della Lega di A durante la quale decidere calendari e il cosiddetto piano B, cioè come procedere se ci si dovesse di nuovo fermare dopo aver ripreso il campionato. Ma prima servirà, domani, l’ok del Cts. E sempre domani è in programma l’incontro tra le società di Premier League. E se dopo la Spagna pure l’Inghilterra decidesse di ripartire, anche tutto il movimento italiano giovedì dal ministro sarebbe più forte.

Stop retrocessioni? Calano i soldi

Per trovare un accordo venerdì in Lega sulle regole «alternative» da adottare (se necessario) nel finale di stagione si è ipotizzato anche il blocco delle retrocessioni. Ovvio che la soluzione porterebbe al consenso delle 8-10 società (Torino, Udinese, eccetera) che, sapendo di rischiando la retrocessione, non appoggeranno mai l’idea playout. Ma portare la serie A da 20 a 22 (o 23) squadre da un lato porterebbe concordia in B e C (promozioni senza retrocessioni), ma dall’altro aumenterebbe il numero delle partecipanti alla spartizione dei diritti tv. E se la stessa torta deve sfamare più bocche le fette si fanno più piccole. Quindi si scivolerebbe di nuovo nel problema iniziale dei diritti tv. Inutile dire che ci sono grandi resistenze..

Decreto Rilancio: potere alla Figc

Attenzione, però. Perché nel definire le nuove regole tutte le parti in causa dovranno tener conto della novità importantissima introdotta dal decreto Rilancio. L’articolo 218, infatti, vista l’emergenza del momento in pratica concede alle singole federazioni sportive (quindi alla Figc) il potere assoluto di decidere come modificare le regole dei singoli campionati. Cioè di decidere scudetti e qualificazioni, promozioni e retrocessioni. E le possibilità di ricorsi sono ridotte ai mini termini dalla formulazione di un nuovo ordinamento della giustizia sportiva. Per le società e le Leghe sarà quindi decisivo arrivare in Consiglio Federale (il 3 giugno) con scelte condivise. Altrimenti qualcuno ne pagherà le conseguenze.

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