Si esibiscono i Nomadi del Mondo
Ma il concerto dei gol è della Curva

«Emiliano eheh, Emiliano ohoh». A metà del secondo tempo, con la pioggia che scende e il livello del fango che sale, da dietro la siepe del campo di Bonate Sotto si alza un urlo che arriva direttamente all’ombrello di Emiliano Mondonico.

«Emiliano eheh, Emiliano ohoh». A metà del secondo tempo, con la pioggia che scende e il livello del fango che sale, da dietro la siepe del campo di Bonate Sotto si alza un urlo che arriva direttamente all’ombrello di Emiliano Mondonico. Sono i ragazzi della Curva Nord, quelli che non sono in campo e fanno il tifo per quelli che in campo ci sono e per il mister degli «altri», il mister dei Nomadi, Mondo.

Emiliano è in piedi, a metà tra la panchina della Curva Nord e quella dei Nomadi, con un pallone sotto il destro e il sorriso zuppo d’acqua. Ringrazia, alzando l’ombrello a ritmo dei cori. È arrivato in extremis, ha parcheggiato l’auto dietro una porta ed è l’allenatore dei Nomadi, ma anche un pezzo di cuore antico della Nord, e non poteva mancare a un rendez-vous che per i Nomadi è una tradizione.

C’è il concerto? E allora prima si gioca a calcio e visto che in serata a Trezzo è iniziato il tour 2014, Beppe Carletti e compagnia «vagabonda» hanno deciso di scaldare i muscoli contro la Curva Nord, a rischio ugola. Campo in terra a sette ma si gioca in otto e per arrivarci qualcuno della Curva è finito ai Nomadi in prestito, non oneroso.

«A un paio di ragazzi della curva ho detto di uscire, così non era equilibrata», spiegherà poi Mondo, ammettendo che spesso i Nomadi giocano a handicap e ricordando la volta in cui a Bologna contro uno Juventus Club «ci ritrovammo di fronte Pioli e Brio». Stavolta uno striscione degli ultrà ricorda il tifoso storico Ivan, i Nomadi giocano in bianco, in giallo la Curva e col numero 9 sulla schiena, tutti. Un omaggio al 9 del neo-arrivato Bentancourt? No, omaggio sardonico all’art. 9 del decreto Amato, quello del Daspo, e poi via, si gioca.

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