Corte dei Conti Ue: focus su crisi energia e clima nel 2023

Quotidiano Energia - Molte delle oltre 80 relazioni su tematiche connesse a settori prioritari strategici Ue che la Corte dei Conti europea pubblicherà l’anno prossimo saranno dedicate all’energia e al clima, naturalmente con un particolare accento sui risultati del piano da 800 miliardi di euro NextGenerationEU per la ripresa dalla pandemia. E’ quanto emerge dal programma di lavoro 2023 dei giudici contabili Ue, che nel capitolo “Cambiamenti climatici, ambiente e risorse naturali” hanno incluso 21 audit.


In particolare, la Corte pubblicherà relazioni speciali sulla sicurezza degli approvvigionamenti energetici, in cui si valuterà l’efficacia dei finanziamenti Ue alle nuove infrastrutture e ai mercati dell’elettricità e del gas, e sulla programmazione delle fonti, che analizzerà la rispondenza dei piani degli Stati membri al quadro europeo per la sicurezza energetica indicato dalla Energy Union.

Altri rapporti speciali riguarderanno i risultati dei fondi di coesione, Cef e per la ripresa e resilienza sul finanziamento delle infrastrutture di trasporto gas, delle smart grid e smart meter e dei biocarburanti, nonché l’efficacia della strategia della Commissione per l’idrogeno.

Rapporti speciali saranno inoltre dedicati all’effettiva attuazione da parte di Acer delle norme Remit sulla trasparenza e gli abusi di mercato nell’energia e all’adeguatezza degli strumenti adottati da Bruxelles per creare una catena del valore delle batterie in Europa.

La Corte, ha assicurato il presidente Tony Murphy, “controllerà che i fondi Ue siano ben spesi per contribuire a neutralizzare gli effetti di molteplici crisi: la pandemia, i rapidi cambiamenti climatici e, più di recente, una grave crisi energetica, migratoria e di sicurezza causata dalla guerra di aggressione condotta dalla Russia contro l’Ucraina”.

La Corte ha pubblicato intanto una relazione sull’assistenza finanziaria della Ue alle regioni carbonifere, che secondo gli auditor hanno avuto “un impatto limitato sulla creazione di posti di lavoro e sulla transizione energetica”.

I giudici contabili invitano pertanto a “un utilizzo più efficace ed efficiente del nuovo Fondo per una transizione giusta, al fine di alleviare l’impatto socioeconomico sulle regioni carbonifere in direzione della neutralità climatica”.

Per sostenere la transizione socioeconomica ed energetica, ricorda la relazione, dal 2014 al 2020 sono stati forniti fondi della politica di coesione Ue per circa 12,5 miliardi di euro alle sette regioni carbonifere oggetto dell’audit (situate in Germania, Cechia, Polonia, Spagna e Romania).

Il Fondo per una transizione giusta, istituito nel giugno 2021, mette a disposizione 19,3 mld € nel periodo 2021-2027 per le regioni e i settori più colpiti dalla transizione. “La Commissione dovrebbe far sì che questi fondi sostengano un chiaro percorso di graduale abbandono del carbone, tenendo conto delle tensioni sul mercato dell’energia seguite all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”, ha dichiarato il membro della Corte responsabile dell’audit, Nikolaos Milionis.

Il settore europeo del carbone, nota la relazione, è stato in costante declino negli ultimi decenni ma, sebbene la produzione sia stata notevolmente ridotta, nel 2019 alla combustione di questa fonte era ancora imputabile il 15% delle emissioni di gas-serra della Ue.

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