Crisi gas, via libera dell’Antitrust tedesco all’intesa per il Gnl

Quotidiano Energia - La collaborazione tra Uniper, Rwe e Vng (gruppo EnBW) per la realizzazione e gestione dei nuovi terminali di rigassificazione galleggianti a Wilhelmshaven e Brunsbüttel non solleva preoccupazioni per la concorrenza, perché “la rapida messa in servizio delle Fsru creerà capacità di importazione di gas necessaria con urgenza per ridurre i prezzi in un periodo di tempo relativamente breve”. Lo ha deciso ieri l’Autorità alla Concorrenza tedesca, Bundeskartellamt.


Il presidente dell’Autorità, Andreas Mundt, ha spiegato in una nota che “i vantaggi per i consumatori derivanti dai terminali prevalgono su eventuali effetti negativi sulla concorrenza”, tanto più che il modello di gestione previsto dall’accordo di collaborazione tra le tre società avrà validità limitata al 31 marzo 2024.

“In tempi normali, la cooperazione tra questi tre grandi importatori e grossisti di gas e soprattutto l’uso esclusivo delle capacità di importazione presso i terminali sarebbero stati valutati in modo più severo”, ha comunque sottolineato Mundt.

In base all’accordo, sottoscritto il mese scorso sotto l’egida del ministero dell’Economia e del Clima, Uniper e Rwe gestiranno le due Fsru da 5 miliardi di mc/anno ciascuna che entreranno in funzione entro l’inizio del 2023 a Wilhelmshaven e Brunsbüttel. Assieme a Vng, le due società si occuperanno inoltre, sulla base di quote prefissate, della fornitura di Gnl ai terminali e del ritiro del gas utilizzando tutti gli slot di discarica disponibili.

Uniper, Rwe e Vng si approvvigioneranno di Gnl sul mercato mondiale indipendentemente l’una dall’altra e commercializzeranno il gas importato separatamente.

Il Governo tedesco ha firmato a maggio i contratti di noleggio di quattro Fsru da 5 mld mc/anno ciascuna. Le prime due, di Höegh, entreranno in funzione a Wilhelmshaven prima della fine dell’anno e a Brunsbüttel a inizio 2023, mentre gli altri due rigassificatori, di Dynagas, saranno avviati entro la fine dell’anno prossimo a Stade da Hanseatic Energy Hub (consorzio tra Fluxys, Buss-Gruppe, Partners Group e Dow) e a Lubmin da Rwe e Stena-Power.

In Germania sono inoltre in programma altre due Fsru, che dovrebbero essere operative a fine 2022: una da 4,5 mld mc/anno a Lubmin fornita da TotalEnergies e installata da Deutsche ReGas e una seconda da 5 mld mc/anno a Wilhelmshaven di Excelerate ordinata da un consorzio costituito da E.ON, Engie e Tes (società guidata dall’ex ad di Snam Marco Alverà).

Oltre che sulle Fsru, in grado di assicurare entro complessivamente quasi 30 mld mc/anno (circa un terzo dei 90,5 mld mc consumati nel 2021), la Germania potrà contare sulle forniture di gas dalla Francia, come previsto da un accordo siglato la settimana scorsa dal cancelliere Olaf Scholz con il presidente Emmanuel Macron.

Il regolatore francese Cre ha messo ieri in consultazione fino al 27 settembre l’offerta commerciale del Tso GRTgaz, che a tempo di record effettuerà i lavori per l’inversione di flusso dell’unico punto di interconnessione delle reti del gas dei due Paesi, a Obergailbach, che al momento funziona solo nella direzione Germania-Francia.

GRTgaz punta a creare una capacità di trasporto in uscita dalla rete francese di 100 GWh/giorno già dalla seconda settimana di ottobre, che sarà commercializzata con prodotti giornalieri prenotabili il giorno precedente.

La consultazione della Cre riguarda anche la tariffa di utilizzo della capacità.

Continuano intanto a calare le forniture di gas russo all’Europa. Gazprom ha comunicato ieri che le esportazioni verso i Paesi al di fuori dell’ex Urss sono ammontate dal 1° gennaio al 15 settembre a 84,8 mld mc, il 38,8% in meno (o 53,7 mld mc) rispetto allo stesso periodo del 2021.

Con l’occasione, Gazprom ha lanciato un avvertimento alla Ue: “Anche con gli stoccaggi gas al massimo nei grandi Paesi europei, non è garantita la sicurezza degli approvvigionamenti nel prossimo autunno-inverno”.

In base agli ultimi dati di Gas Infrastructure Europe, il 13 settembre gli stoccaggi Ue erano all’84,5% della capacità, con quelli italiani all’86,4% e quelli tedeschi all’88,7%.

Il Ttf è risultato ieri in calo, scendendo in serata a poco più di 214 €/MWh.

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