Rinnovabili, riunione Gava-Pili sulle aree idonee

Quotidiano Energia - Regioni e Mase proseguono il confronto in vista dell’individuazione delle aree idonee per le Fer. Se n’è parlato in una riunione, tenutasi a Roma la scorsa settimana (25 gennaio), tra Vannia Gava, viceministra all’Ambiente e alla sicurezza energetica (Mase), e Anita Pili, assessora all’Industria della Sardegna e coordinatrice della commissione Energia della Conferenza delle Regioni.

Il confronto è stato “costruttivo”, secondo quanto afferma Pili in alcuni post sui social. “L’incontro dei giorni scorsi con il viceministro all’ambiente e alla sicurezza energetica è stato un’occasione per approfondire la tematica delle aree idonee ed evidenziare, ancora una volta, la necessità di avere un quadro normativo certo in materia”, informa Pili, che si è recata al Mase in qualità di assessora della Sardegna. Dagli uffici della viceministra Gava confermano la positività dell’incontro e sulle aree idonee fanno sapere che “il Mase è al lavoro con gli altri dicasteri per adottare il provvedimento il prima possibile”.

All’inizio di gennaio, Pili aveva lanciato un messaggio chiaro sull’individuazione delle superfici: “Non ci sottraiamo alla solidarietà energetica, ma non staremo a guardare mentre altri decidono per noi”. Aveva poi chiesto un intervento urgente del Governo per “consentire alle nostre Regioni di perimetrare e di scegliere i luoghi più adatti ad accogliere gli impianti”.

È da ricordare che la “disciplina per l’individuazione delle superfici e aree idonee per l’installazione delle rinnovabili” è contenuta nel D.Lgs 199/2021,il provvedimento che recepisce la direttiva Ue Red II. La norma prevede che con uno o più decreti del Mase, di concerto con Cultura e Politiche agricole, previa intesa in Conferenza Unificata, “sono stabiliti principi e criteri omogenei per l'individuazione delle superfici  e delle aree idonee e non idonee” all’installazione delle Fer. Il termine per l’adozione, ormai ampiamente scaduto, era di 180 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento. L’attesa è arrivata, ad oggi, ad oltre 410 giorni. A dicembre 2022 il ministro Pichetto aveva riferito in Parlamento che il decreto era “in fase di finalizzazione”, informando dell’istituzione di “un gruppo di lavoro ad hoc, che ha visto il coinvolgimento dei due Ministeri concertanti, delle Regioni, nonché di Gse e Rse per l’opportuno supporto tecnico”.

Per avere un quadro complessivo della questione è opportuno segnalare che nella bozza del nuovo DL Pnrr vi è un articolo, il numero 23, dedicato alle aree idonee. Il testo provvisorio - che come tale deve essere interpretato - fa un passo in avanti nelle eventuali installazioni, poiché dimezza le distanze in cui si possono posizionare gli impianti. Prima, infatti, al netto di tutta la casistica già citata nel decreto (cave, aree dismesse, autostrade), era stabilito che la distanza dal perimetro di beni sottoposti a tutela fosse di 7 chilometri per l’eolico e 1 km per il fotovoltaico. La bozza porterebbe la distanza a 3 km per l’eolico e 500 metri per il FV.

Il nuovo DL potrebbe inoltre prevedere una ulteriore limitazione del ruolo delle Regioni, oltre al già contemplato esercizio dei poteri sostitutivi, poiché “in caso di mancata adozione da parte della Regione della legge, nel termine previsto” sono “considerate idonee, le aree su cui sono già installati impianti della stessa fonte e non sottoposte a tutela”, oltre a tutte le casistiche indicate nel D.lgs. “La successiva individuazione delle aree idonee - specifica la bozza - non pregiudica i legittimi affidamenti conseguenti alla presentazione di istanze relative all’installazione di impianti in aree ritenute idonee ai sensi del primo periodo”.

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