Picchia e minaccia convivente per anni
Capriate, 60enne allontanato da casa

Incredibile sequenza di soprusi durati per molti anni. Donna esasperata denuncia il convivente. I carabinieri della Compagnia di Treviglio hanno eseguito la misura restrittiva nei suoi confronti venerdì 23 novembre dopo che le violenze si erano aggravate.

Alla vigilia della giornata mondiale contro la violenza sulle donne i carabinieri di Treviglio hanno eseguito una misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento nei confronti di un ex imprenditore italiano di 60 anni, di Capriate San Gervasio, accusato di anni di insulti, minacce e percosse nei confronti dell’ex convivente, di 55 anni. In almeno tre circostanze - hanno ricostruito i carabinieri - la donna si era dovuta rivolgere al Pronto soccorso per le botte patite. Si parla di reiterate minacce di morte, nelle quali l’uomo, per condizionare la donna, le diceva che era inutile che si rivolgesse ai carabinieri, che non avrebbero - a suo dire - fatto in tempo a salvarla. Per questo l’uomo le aveva anche portato via il cellulare e rotto la sim card. La coppia stava assieme da trent’anni, ma i comportamenti dispotici erano peggiorati con il passare del tempo: il sessantenne era riuscito anche a far licenziare la donna. La vittima aveva sporto alcune denunce, poi ritirate con la speranza che il convivente cambiasse, cosa purtroppo però mai avvenuta. Negli ultimi tempi la ex convivente si era però fatta coraggio, denunciando tutto ai carabinieri che hanno fatto scattare le indagini.

I carabinieri hanno ricostruito anni di violenze, facendo così luce su un lunghissimo elenco di angherie e minacce. Lo scorso luglio la donna era stata scaraventata a terra, al culmine di un violento litigio, e aveva battuto la testa. Lo scorso ottobre, invece, era stata colpita da un pugno alla schiena e poi il sessantenne aveva tentato di strangolarla: soltanto l’intervento del figlio della coppia, un venticinquenne, aveva fatto desistere il padre. Sempre a ottobre l’uomo aveva anche cercato di soffocare la vittima, sferrandole una testata in pieno volto e procurandole così una frattura scomposta alle ossa nasali. In più occasioni l’aveva poi minacciata di morte: «Ed è inutile che chiami i carabinieri, tanto non faranno in tempo a salvarti», le diceva spesso. In una circostanza, proprio per evitare che chiamasse i militari, la donna aveva subito la temporanea sottrazione del cellulare e la rottura della propria sim card. Non solo. L’uomo era riuscito anche a costringere la donna a licenziarsi. E anche la madre della vittima era stata minacciata e aggredita dal convivente della figlia. Lanci di oggetti, tra cui una fioriera in un caso, erano all’ordine del giorno. In un’altra occasione, l’uomo ha gettato dalla finestra il computer del figlio, ritenendo che lo stesso lo usasse troppo.

La donna era stata a volte anche costretta a rifugiarsi a casa di amici e familiari. Il compagno le aveva poi sottratto degli ori per venderli ai compro oro. E, ancora, le era stato sottratto il bancomat perché non potesse prelevare, mentre un’altra volta la donna aveva trovato del diserbante nel cestino del pranzo, scoprendo da un agricoltore suo amico che gli era stato chiesto dal marito. Tra i vari e ripetuti episodi criminosi, anche il danneggiamento dell’autovettura della donna da parte dell’ex convivente. A volte, l’uomo, umiliandola, le diceva che era la sua «serva», incitando anche il figlio a trattare male la madre.

La donna, oramai in uno stato di profondo dolore e prostrazione, aveva iniziato anche ad assumere dei calmanti per contenere l’ansia e il malessere provato per tutto quello che aveva subito.

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