Alpini, l’addio ad Antonio Sarti: «Il servizio è stato il suo più grande esempio»

Celebrati lunedì 20 settembre a Scanzorosciate i funerali di Antonio Sarti, storico presidente sezionale delle Penne Nere di Bergamo.

Commosso addio all’ex presidente sezionale degli Alpini di Bergamo, Antonio Sarti, morto sabato scorso dopo una breve malattia . Lunedì 20 settembre alle 15 nella chiesa parrocchiale di Scanzorosciate tanta gente ha voluto salutare una delle figure più note ed apprezzate nel mondo alpino orobico e non solo . Tantissimi gli Alpini presenti, arrivati dai gruppi di tutta la provincia e anche dalle sezioni di altre province lombarde insieme alla Fanfara, che ha accompagnato il feretro. Sulla bara, avvolta nel tricolore per volontà dello stesso Sarti, c’era il suo cappello da alpino, simbolo di una vita di impegno. La Messa è stata celebrata dal parroco don Severo Fornoni insieme a don Francesco Brignoli e padre Stefano Dubini: «Il servizio – ha detto il parroco ricordando Sarti – è stato il più grande esempio di Antonio. Ha vissuto con gratuità, semplicità e spirito di servizio, è stato un orgoglio per tutti gli Alpini e per la comunità». Antonio Sarti è stato ricordato anche dalla famiglia e dal sindaco di Scanzorosciate, paese di cui Sarti era cittadino benemerito: «La nostra comunità – ha detto il sindaco Davide Casati – perde un pilastro».

Antonio Sarti, classe 1939, come presidente ha guidato la sezione dal 2003 al 2012. Tanti i risultati ottenuti in quei nove anni, che hanno visto la sistemazione ed ampliamento della sede in via Gasparini, con il recupero di alcuni fabbricati rurali, destinati ad ospitare locali e magazzini della Protezione Civile, la sala del consiglio. Sono anche gli anni in cui la sezione ha celebrato l’85° e il 90° di fondazione, ma in particolare Sarti riuscì ad ottenere che a Bergamo si svolgesse l’adunata nazionale del 2010, evento indimenticabile per la nostra città e per gli alpini tutti. L’anno successivo venne inaugurato il Museo Alpino, un progetto che come presidente aveva appoggiato e sostenuto perché credeva fosse importante trasmettere i valori anche attraverso la conoscenza della storia degli alpini.

Prima di allora Sarti ricoprì ruoli significativi anche a livello nazionale, in particolare come consigliere nazionale e responsabile della Protezione Civile Ana, che contribuì a far nascere dopo aver partecipato ai soccorsi in Friuli nel 1976 e alla costruzione del Villaggio Bergamo a Lioni in Irpinia dopo il terremoto del 1980. Nacque così la prima realtà Ana di Protezione civile, con le squadre di primo intervento. Da allora diresse, coordinò e partecipò a tutte le emergenze sul territorio nazionale e all’estero.

Antonio Sarti, che è stato anche insignito dal presidente della Repubblica dell’onorificenza di commendatore, lascia oltre a due figli e ai nipotini, la moglie Lia , a cui era solito rivolgere il suo ringraziamento (come a tutte le mogli degli alpini) perché appoggiava, seguendolo spesso nelle adunate, il suo impegno a favore dell’associazione e comprendeva che quell’impegno per le penne nere, per la comunità, per gli altri erano espressione della sua passione e generosità.

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