Armi, oltre 125 kg di droga e 30 arresti
In manette il presidente del Darfo Calcio

I carabinieri dei Comandi provinciali di Brescia e Bergamo hanno sgominato un’organizzazione composta da albanesi e italiani dediti al traffico di droga che dal Bergamasco e dal Parmense era spacciata in Valle Camonica.

I carabinieri di Brescia e Bergamo hanno dato esecuzione a 22 decreti di arresto ritardato, emessi nei confronti di 7 soggetti (4 italiani e 3 albanesi) responsabili dei reati di traffico, produzione e spaccio di droga. L’operazione ha consentito di disarticolare e assicurare alla giustizia i componenti di un sodalizio criminale, ben organizzato e strutturato, dedito al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, che dalla Bergamasca e dalle province di Parma e Brescia venivano veicolati in Valle Camonica, per poi alimentare le locali piazze di spaccio.

L’indagine, denominata «Reticolo» e durata circa nove mesi, ha consentito complessivamente di arrestare in flagranza di reato 30 persone e sottoporre a sequestro penale 60 kg di marijuana, 51,2 kg di hashish, 12,5 kg di eroina, 2 kg di cocaina, 337 grammi di oppio, 14 fiale di morfina, 200 mg di Mdma e tre pistole.

L’attività di contrasto ha preso avvio dal sequestro di 50 kg di hashish che erano stati recuperati dai militari a Darfo Boario Terme nella notte del 12 novembre 2017: in quella circostanza i carabinieri, durante un servizio perlustrativo, avevano arrestato in flagranza di reato due italiani del luogo, che stavano spostando il carico di droga all’interno di una cantina.

Le illecite attività di spaccio hanno visto quali principali artefici i componenti di una famiglia di origine albanese, Sallaku, tutti residenti a Sale Marasino, nel Bresciano, ben inseriti nel tessuto sociale ed economico della bassa bresciana. Gli arresti ritardati emessi dalla Procura della Repubblica di Brescia rappresentano l’epilogo del blitz che era stato eseguito daicarabinieri di Breno e Clusone nella notte del 13 ottobre: in quella circostanza erano stati tratti in arresto 9 soggetti ed era stata individuata a Osio Sotto una vera e propria «raffineria» utilizzata per la lavorazione di eroina e morfina.

I 22 decreti di arresto sono stati emessi a carico di un 48enne di Artogne e un 37enne di Esine, oltre a un albanese 44 enne di Sale Marasino, che erano già ristretti presso la Casa Circondariale di Brescia a seguito dell’arresto del 13 ottobre, di un secondo albanese 37enne di Sale Marasino, oltre a un 71enne di Pisogne, un 36enne di Ranzanico e un 31enne albanese residente a Langhirano.

Nella mattinata del 5 novembre è scattato il blitz che ha visto impiegati ben cento carabinieri dei Comandi Provinciali di Brescia e Bergamo, oltre alla partecipazione delle unità cinofile di Orio al Serio. Eseguiti gli arresti i Carabinieri hanno proceduto a delle perquisizioni, finalizzate alla ricerca di droga e armi. L’obiettivo principale è stato individuato in una villa residenziale, con vista sul lago d’Iseo, ubicata a Sale Marasino, di proprietà ed in uso appunto della famiglia Sallaku. La perquisizione è stata estesa anche a un ristorante e a un capannone industriale ubicati a Pian Camuno, luoghi nei quali avvenivano gli incontri tra i fornitori e gli acquirenti dei carichi di droga. Al centro della vicenda Gezim Sallaku, presidente del Darfo Calcio, formazione che milita nel campionato di Serie D. In casa sua i militari hanno sequestrato tre pistole detenute illegalmente con le relative munizioni, nascoste in un’intercapedine del garage della sua villa che si affaccia sul lago d’Iseo.

Le manette al presidente del Darfo arrivano dopo quelle del fratello Saimir Sallaku, arrestato a metà ottobre per traffico di sostanze stupefacenti. In questo nuovo blitz in carcere gli altri quattro fratelli Sallaku, con l’accusa di detenzione illegali di armi da fuoco sono finiti in carcere. Sono Gezim, Isuf, Gazmir e Taulant Sallaku.

L’attività di ricerca all’interno della lussuosa residenza ha consentito di individuare un intercapedine, ricavata tra il garage e il locale lavanderia, all’interno della quale era stato nascosto un piccolo baule, contenente tre pistole e diverse decine di proiettili. Le armi erano pienamente efficienti e pronte all’uso, una delle pistole aveva già il colpo in canna. Due delle armi da fuoco illegalmente detenute, una di origine russa e l’altra tedesca, non sono censite nella banca dati, per la terza sono in corso ulteriori verifiche.

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