«Assediati dai cinghiali»
La protesta cala a Roma

L’emergenza: Coldiretti Bergamo giovedì 7 novembre sarà in piazza Montecitorio. «Distrutti campi e magri guadagni».

Allevatori, contadini, viticoltori. L’allarme cinghiali unisce il mondo produttivo, incluso quello orobico. Agricoltori e allevatori bergamaschi - insieme a centinaia di colleghi da ogni angolo dello Stivale - saranno a Roma, in piazza Montecitorio, nella giornata di giovedì 7 novembre per una protesta collettiva a cui aderisce anche Coldiretti Bergamo. Il presidente Alberto Brivio e il direttore Gianfranco Drigo guideranno la delegazione, per far sentire la voce di chi, in questi anni, è stato colpito dalle incursioni dei selvatici che scorrazzano incontrastati sul territorio. Un allarme che Coldiretti chiede sia preso sul serio, sia perchè minaccia l’attività dei produttori sia perchè - di casi ce ne sono stati - la presenza sempre più diffusa dei cinghiali in zone del centro abitato rappresenta un rischio anche per l’incolumità degli stessi cittadini.

Lo sanno bene gli agricoltori. Come Chiara Consoli, titolare di un allevamento di bovini con caseificio aziendale a Grone: «Negli ultimi tempi i danni causati dai cinghiali sono aumentati notevolmente: con le loro incursioni all’imbrunire, distruggono tutte le cotiche erbose dei campi. E dove passano loro, non cresce più l’erba. Non solo: spesso rivoltano le zolle in modo tale da distruggere il foraggio nel campo ma anche da pregiudicare persino la possibilità di un successivo taglio di fieno. Insomma, capita che a causa loro non riusciamo a produrre abbastanza foraggio per alimentare il bestiame».

Da Grone a Chiuduno dove il viticoltore Mirko Locatelli condivide la stessa esasperazione: «Il numero è aumentato vertiginosamente negli ultimi tempi. Anni fa quando uscivo di notte per controllare che non danneggiassero le vigne, ne vedevo giusto tre o quattro. Ora arrivano in gruppi di 30 o 40 e lasciano una scia di danni incredibile: mangiano i grappoli di uva e grufolando distruggono tutte le barbatelle. Noi lavoriamo, loro rovinano». Rovinano a tal punto che Adriano Galizzi, titolare di un’azienda agricola di Leffe, ha fatto i conti: «Quest’anno abbiamo seminato un campo di cinquemila metri quadri e a metà luglio i cinghiali hanno distrutto circa 200 piante di mais. Cosa potevamo fare? Abbiamo recintato l’area con filo spinato spendendo 700 euro. Più del guadagno annuale di quello stesso campo».

Ed è proprio per dare voce ai problemi, concreti, dei rappresentanti del mondo produttivo che oggi Coldiretti sarà a Roma: «L’obiettivo – dice Brivio – è proprio quello di denunciare un’emergenza nazionale che sta provocando l’abbandono delle aree interne, problemi sociali, economici e ambientali, con inevitabili riflessi sul paesaggio e sulle produzioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA