Astino, ecco la nuova pista ciclabile
E a dicembre apre il ristorante

Realizzato dalla Mia il percorso per bici e pedoni dal parcheggio al monastero. Avanti con i lavori alle cantine. E torna l’Ultima Cena dell’Allori, ora a palazzo della Ragione.

Un bel sentiero di campagna, percorribile anche in bicicletta. È il nuovo percorso ciclopedonale realizzato dalla Fondazione Mia lungo la via Astino, 560 metri che corrono tra filari di alberi, da via Ripa Pasqualina al monastero. Un tratto fondamentale perché oltre a mettere in sicurezza il tragitto verso l’ex convento si collega al percorso realizzato lo scorso anno sempre dalla Fondazione, dalla cascina Mulino e fino alla Madonna del bosco, attraverso un antico sentiero verde. E a metà novembre ci sarà un importante ritorno a casa: l’Ultima Cena dipinta intorno al 1580 da Alessandro Allori, oggi nel palazzo della Ragione di Città Alta, tornerà nel refettorio di Astino, luogo per cui era stata commissionata dall’abate dell’epoca, Calisto Solari.

Ma partiamo dal nuovo percorso ciclo-pedonale. Spiega Giuseppe Epinati, direttore della Fondazione: «Il percorso, particolarmente interessante perché non fine a se stesso, è stato realizzato in calcestre a basso impatto ambientale, come autorizzato dal Parco dei Colli di Bergamo e dalla Soprintendenza. È solo uno degli impegni presi con l’accordo di programma e rispettato, come la sistemazione del piano terra del monastero con spazi dedicati a funzioni pubbliche. Il prossimo anno realizzeremo l’ultimo tratto di percorso, da via Ripa Pasqualina e dentro l’abitato di Longuelo, fino ai campi da tennis».

I lavori continuano all’esterno, ragione per cui quest’estate non è stata allestita la terrazza con vista: «Abbiamo ricavato due blocchi, destinati a magazzini e servizi igienici, il terzo, per i quadri elettrici, sarà terminato a novembre – entra nel dettaglio Epinati –. Sono tutti locali interrati, quindi a impatto ambientale zero: sopra sarà ripristinato il plateatico estivo». Scavare ad Astino non poteva che portare sorprese: «È stato un lungo cantiere, sono stati fatti ritrovamenti: canali sotterranei, murature, tombe sacrificali di cinghiali – continua il direttore –. Tutto è stato eseguito sotto la stretta sorveglianza della Soprintendenza archeologica e delle belle arti di Brescia che ringrazio per la fattiva collaborazione. I reperti serviranno ad arricchire la storia di Astino. Ora siamo in attesa del via libera della Soprintendenza per dare inizio ai lavori sulla cascina Convento, destinata alla scuola di alta cucina». La prossima apertura è il ristorante ricavato nelle antiche cantine del monastero, dove i lavori sono in via di ultimazione: «L’obiettivo – annuncia il presidente della Mia Fabio Bombardieri – è consegnare i locali ai gestori, in modo che possano inaugurarli intorno al 7 dicembre». Il presidente annuncia poi il ritorno dell’Ultima Cena dipinta per i monaci vallombrosani. Opera imponente, lunga oltre 7 metri e larga due. «Organizzeremo un piccolo evento per mostrarla alla cittadinanza nella sua originaria collocazione – anticipa Bombardieri –. Sarà l’occasione per ringraziare chi ha reso possibile questo ritorno a casa: il Comune di Bergamo che ha accettato di trasferirlo ad Astino (la tela, di proprietà comunale, viene concessa in comodato, ndr) e Fondazione Credito bergamasco che, commissionando l’importante restauro, ha di fatto dato il là a questo circolo virtuoso. La Fondazione ha messo in atto tutte le misure per poter ospitare di nuovo l’opera, garantendo nei locali una temperatura costante grazie a nuovi impianti di raffrescamento».

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