«Attenzione al ghiaccio sui sentieri»
Il Cai: grande dolore per Ilario

Questo inizio d’anno costellato di incidenti in montagna, purtroppo anche mortali, è il tempo del dolore ma anche della riflessione che invita alla prudenza. Troppe insidie, in queste settimane di sole che però, a causa del disgelo e dell’escursione termica della notte, sono rappresentate principalmente dal ghiaccio. Occorre quindi prestare la massima attenzione e partire con la giusta attrezzatura.

La riflessione si fa ancora più urgente dopo la tragica morte di Ilario Tebaldi, precipitato sul sentiero che porta al rifugio Curò. Il 47enne era socio attivo del Cai di Trescore Valcavallina. «Il primo pensiero è di condivisione, vicinanza e solidarietà con i familiari e tutti i soci che più da vicino hanno conosciuto e lavorato con lui – commenta Valoti –. Questa tragedia segue purtroppo quella del ragazzo precipitato sul pizzo Becco (Emanuele Milesi, trovato morto venerdì, ndr) e altri incidenti non mortali: il pensiero di grande commozione e partecipazione si fa corale, abbracciando tutta la famiglia della montagna».

Ma oltre al dolore, occorre riflettere e capire. «Ci troviamo in una condizione stagionale anomala – spiega Paolo Valoti – caratterizzata da poca neve, ulteriormente diminuita per le alte temperature e il forte vento, ma soprattutto da repentini cambi di temperatura». Succede così che «sopra i 1000 metri ci sia uno scarto di 10-12 gradi tra i punti al sole e quelli all’ombra. Inoltre, le piccole sorgive e lo scioglimento della neve, uniti ai rialzi termici di 12 e anche 17 gradi e all’escursione termica della notte, hanno creato insidiosissimi strati di ghiaccio».

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